Operazione “Eyphemos II”: arresti, perquisizioni e sequestri a esponenti e gregari cosca reggina - VIDEO E NOMI

operazione-.jpg

“Eyphemos II” è il nome dato all’operazione nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina gli investigatori della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno eseguito arresti, perquisizioni e sequestri di imprese, società, bar, ristoranti e beni immobili, per circa 2 milioni di euro, in provincia di Reggio Calabria, Ancora, Pesaro Urbino e nella città di Milano, nei confronti di capi e gregari dell’articolazione della ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte.

Video

Reggio Calabria - Eseguite 9 ordinanze di custodia cautelare, di cui 4 in carcere e 5 agli arresti domiciliari, emesse nei confronti dei capi, elementi di vertice e prestanomi di una pericolosa articolazione di ‘Ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte funzionalmente dipendente dalla potente cosca Alvaro imperante a Sinopoli, San Procopio, Cosoleto, Delianuova e zone limitrofe, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, cosca Alvaro, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di P.S. di Palmi ì, coadiuvati dagli operatori della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, dei Reparti Prevenzione Crimine e di diverse Squadre Mobili del Centro e Nord Italia, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni e sequestri di imprese, esercizi commerciali, appartamenti e terreni. Impiegati un centinaio di agenti della Polizia di Stato.

I nomi

Domenico Laurendi alias “Rocchellina”, 51 anni, già detenuto, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere ed indagato per trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, aggravati dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Natale Lupoi alias “Beccaccia”, 45 anni, già detenuto, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere ed indagato per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Antonino Gagliostro alias “u mutu”, 47 anni, già detenuto, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere ed indagato per autoriciclaggio, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Rocco Laurendi, 24 anni, già detenuto, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere ed indagato per trasferimento fraudolento, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Saverio Salerno, 61 anni, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagato per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Rosa Alvaro, 37 anni, impiegata, destinataria della misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagata per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Gregorio Cuppari, 52 anni, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché per trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Rosario Bonfiglio, 46 anni, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché per trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa;

Diego Laurendi, 20 anni, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagato per trasferimento fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa.

Con lo stesso provvedimento il GIP ha disposto, altresì, il sequestro preventivo, ex art. 321 c.p.p.:

della “LD Immobiliari e Costruzioni s.r.l.” (che si occupa di “lavori di costruzione, lavori di fondazione inclusa l’infissione di pali, lavori di isolamento e di impermeabilizzazione, deumidificazione edifici, scavo di pozzi di aerazione, posa in opera di elementi di acciaio non fabbricati”), nella titolarità di Diego Laurendi, con sede a Santa Eufemia d’Aspromonte in via Cilea nr. 1;

della “La Taverna del Pirata”, ristorante nella disponibilità di Salerno Saverio, con sede a Bagnara Calabra in via Filippo Turati;

di un terreno sito in Frontone, nella titolarità di Rocco Laurendi;

di un appartamento per uso abitativo sito in Fabriano, nella titolarità del citato Rocco Laurendi;

della “LDR s.r.l.s.” (avente ad oggetto attività di acquisto di immobili, di edifici civili ed industriali, la loro ristrutturazione e rivendita, l’attività edilizia pubblica e privata”), nella titolarità dei citati Rocco Laurendi e Diego Laurendi, con sede in Santa Eufemia d’Aspromonte in via Giovancortese nr. 27/A1;

del 75% delle quote della società Tolstoj s.r.l.s. - di proprietà di Antonino Gagliostro - con sede a Milano in via Leone Tolstoj nr. 9, avente ad oggetto attività di bar/ristorazione, con esercizio commerciale sito al medesimo indirizzo;

del 50% delle quote (già possedute da Antonino Gagliostro) della società San Gottardo Bistrot s.n.c. di Ida’ Vittoria, con sede a Milano in via San Gottardo nr. 51, avente ad oggetto attività di bar/tavola calda con esercizio commerciale al medesimo indirizzo;

della società di persone “Le Saie Milano s.a.s. di Iannì Rocco & C”, limitatamente alle quote di Antonino Gagliostro, con sede a Milano in Viale Gabriele D’Annunzio nr. 7/9, avente ad oggetto attività di ristorazione presso il medesimo indirizzo.

Bombardieri: "Colpito interessi economici cosca"

Il boss Domenico Laurendi detto 'Rocchellina' "aveva omesso di pagare le tasse sulle somme percepite sui lavori pubblici e aveva creato 'nero' che aveva occultato presso banche di San Marino". È quanto sospetta la Dda di Reggio Calabria nell'inchiesta "Eyphemos 2" che stamattina ha portato all'arresto di nove persone, accusate a vario titolo, di concorso esterno con la 'ndrangheta, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Oltre che per Laurendi, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gaetano Paci e del pm Giulia Pantano, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip nei confronti di Natale Lupoi, alias 'Beccaccia', Antonino Gagliostro detto 'u Mutu' e Rocco Laurendi. Ai domiciliari, invece, sono finiti, Saverio Salerno, Rosa Alvaro, Rosario Bonfiglio, Diego Laurendi e Gregorio Cuppari. Quest'ultimo è il commercialista accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Cuppari, infatti, è accusato di essere il "consigliori" del boss di Sant'Eufemia, oltre che "consulente tecnico" del clan. Secondo gli inquirenti, il commercialista ha di fatto contribuito al perseguimento delle finalità della cosca, ovvero proteggere il patrimonio mobiliare ed immobiliare da eventuali aggressioni da parte dello Stato ed in secondo luogo inserirsi, monopolizzandoli poi con la forza di intimidazione, nei settori dell'edilizia e della ristorazione.

"Quello che è emerge - ha sottolineato Paci è la piena consapevolezza di Cuppari circa la figura del Laurendi e la necessità di schermare i suoi patrimoni di provenienza illecita". Patrimoni che sono stati ricostruiti dalla squadra mobile guidata da Francesco Rattà che, oltre agli arresti ha sequestrato terreni e immobili riconducibili alla cosca e in particolare al boss Laurendi. Le intercettazioni registrate dalla squadra mobile, infine, hanno consentito ai pm di comprendere i meccanismi utilizzati da Laurendi per dissimulare il patrimonio posseduto. "Evidentemente - scrive il gip nell'ordinanza - Laurendi, che commercia in droga di qualsiasi qualità, in armi anche da guerra costituendo veri e propri arsenali, che consuma estorsioni ai danni di imprenditori, ha cumulato profitti illeciti che ha dovuto necessariamente reimpiegare e lo ha anche fatto attraverso vere e proprie scatole cinesi immobiliari ed imprenditoriali". "È un'operazione - ha spiegato Bombardieri - che fa seguito a quella del 25 febbraio. Oggi, oltre ad ampliare il numero degli indagati per reati gravi come il concorso esterno in associazione mafiosa, abbiamo colpito gli interessi patrimoniali di alcuni soggetti di riferimento della cosca in Calabria e anche nel nord Italia. Abbiamo sequestrato bar e ristoranti e alcune aziende che operano nel ramo delle costruzioni. Abbiamo ricostruito tutta una serie di relazioni che ci hanno consentito di accertare all'interno della cosca il ruolo di un commercialista, un professionista che non si limitava a fornire il suo apporto tecnico alle attività commerciali che gli venivano affidate. Ma era un 'consigliori', svolgeva un ruolo a tutto tondo sia nella direzione delle iniziative econimiche che servivano a schermare gli investimenti della cosca, sia attività materiale. È arrivato ad accompagnare lui stesso alcuni prestanome da un notaio".

© RIPRODUZIONE RISERVATA