Operazione "L’Isola del Vento": Corte Appello conferma confisca beni per 350 milioni a cosca Arena

wind-farm-2.jpg

Catanzaro - Arriva dalla Corte di Appello di Catanzaro la conferma della confisca beni per 350 milioni di euro, riconducibile alla cosca di ‘ndrangheta degli Arena di Crotone. Tutto parte da un ‘operazione chiamata “Isola del vento”, portata a termine un anno dalla operazione del nucleo di polizia tributaria - Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro e dal nucleo di polizia economica-finanziario, con la quale era stato disposto il sequestro beni nei confronti di Pasquale Arena, nipote del vecchio capo clan Nicola Arena (attualmente detenuto in regime di 41 bis) nonché fratello del boss Carmine Arena, ucciso a colpi di bazooka in un agguato mafioso nell’ottobre del 2004. A finire nel mirino degli inquirenti, il parco eolico “Wind farm” di Isola di Capo Rizzuto, considerato fra i più grandi d’Europa per estensione e potenza erogata, dietro il quale, secondo il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, “ci sono i soldi e i beni accumulati in anni e anni di comportamenti mafiosi”.

Dopo il sequestro risalente del 3 marzo dello scorso anno a giugno era stata disposta la confisca beni, attualmente. A deciderlo è stata la Corte di Appello di Catanzaro (presidente Petrini, consiglieri Galati e Commodaro), che ha confermato l’impianto accusatorio formulato dagli inquirenti, e ha tra l’altro confermato anche il decreto del Tribunale di Crotone, per quanto riguarda la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per tre anni nei confronti di Pasquale Arena. Secondo l'accusa, il parco era da ricondurre alla cosca tramite Pasquale Arena, funzionario del comune di Isola. Giudizio confermato dai giudici d'appello per i quali "l'intera operazione va qualificata come di fatto riconducibile alla sfera giuridico patrimoniale della cosca Arena".

© RIPRODUZIONE RISERVATA