Operazione Lande desolate, "interferenze incrociate" per rallentare i lavori di Piazza Bilotti

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Catanzaro - Secondo quanto mette nero su bianco il gip distrettuale di Catanzaro, Pietro Carè, nell'ordinanza dell'inchiesta "Lande desolate", sui lavori di piazza Bilotti a Cosenza si sono innestate una serie di “interferenze incrociate” da parte del mondo della politica. Ingerenze biparisan. La circostanza emerge da una lunga conversazione di Francesco Tucci, condirettore dei lavori affidati alla ditta Barbieri Costruzioni ritenuta dalla Dda di Catanzaro espressione del clan Muto, con Gianluca Guarnaccia, dipendente della "Barbieri Costruzioni. "Tucci - è scritto nell'ordinanza del gip - riferisce che Mario Occhiuto, da pochi giorni dichiarato decaduto dalla carica di Sindaco di Cosenza, gli aveva chiesto di rallentare i lavori di Piazza Bilotti per evitare che l'opera potesse essere inaugurata dal Commissario Prefettizio, nominato per governare l'ente sino alle elezioni di giugno, ma non mancava di evidenziare che la stessa richiesta, per finalità politiche opposte, gli era pervenuta dal presidente della Regione Mario Oliverio. Non solo. Aggiunge che il rispetto dell'impegno gli era stato sollecitato sia da Nicola Adamo, con cui era stato costretto a “giustificare” il procedere dei lavori, sia da Enza Bruno Bossio che gli aveva chiesto di non far entrare in cantiere l'ex sindaco Occhiuto e l'ex assessore Fresca, quindi direttamente dal presidente Oliverio (“me lo ha fatto dire dal Presidente, io ho avuto una riunione con il Presidente ed il Presidente m'ha detto “ti devi fermare su Piazza Bilotti''".

Enza Bruno Bossio è deputata del Pd in carica e Nicola Adamo, suo marito, è stato in passato parlamentare e consigliere regionale Pd. Entrambi non sono indagati. Per quanto riguarda la Bruno Bossio, già in carica ai tempi dell'inchiesta - il 2015 - si tratta, sottolinea il gip, di intercettazioni "casuali", scaturite dal monitoraggio di altri indagati. Tucci, quindi, prosegue l'ordinanza, "ammette di aver già dato disposizioni per rallentare i lavori ma confida di sentirsi pressato, quasi “costretto” ad assecondare la richiesta “bipartisan” della politica (“ti ricattano, tu ci chiedi un favore a loro e loro subito ti ricattano”) per non subire ritorsioni". Il gip , nel condividere la ricostruzione dei fatti operata dal Pm, svolge alcune considerazioni circa la possibile, ulteriore, qualificazione giuridica delle condotte oggetto di esame. “Se difatti, non sembra dubbio che la richiesta avanzata dal presidente Oliverio (con il contributo causale di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio) risponda ad un fine di lotta politica (sebbene di quella più deteriore che si possa immaginare provenire da parlamentari o ex parlamentari della Repubblica), non si può trascurare come essa si inserisca in un rapporto di scambio con il privato Barbieri che appare riduttivo definire clientelare, potendo ben sconfinare nel terreno della corruzione".

B.M.

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