Operazione Lucifero, Borelli: “Adescavano clienti al Sert di Lamezia e vendevano eroina a chi voleva uscire dal giro” - VIDEO

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Lamezia Terme – L’hanno chiamata in codice “Lucifero” l’operazione che ha portato all’arresto di sei persone, tutte pregiudicate, che avevano organizzato una rete di spaccio di eroina e metadone. Lucifero perché proprio queste persone avevano tentato e fatto ricadere nel vortice della droga coloro che stavano cercando di uscirne. A finire in manette, sono stati Francesco Cittadino, Rosario Franceschi, Giuseppe Campisano, Marcello Ciliberto, Bruno Mazzotta, Domenico Mazzotta, che avevano messo in piedi un giro di spaccio di eroina, e facevano partire i loro adescamenti dal Sert, dove i tossicodipendenti arrivano una volta che decidono di uscire dal giro.

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Le indagini per questa operazione, portata a termine dalla Polizia di Lamezia Terme della Squadra Mobile di Catanzaro con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia, partono dal novembre dello scorso anno e, in particolare, come spiegato dal primo dirigente del Commissariato lametino, Antonio Borelli, da un servizio di osservazione nei confronti di Rosario Franceschi, già noto per la sua attività di spaccio.

Da qui si è sviluppata la rete di intrecci in questo giro: “Gli arrestati – ha specificato Borelli – offrivano a prezzi estremamente modici l’eroina a coloro che frequentavano il Sert, con possibilità di pagamento anche successivo all’acquisto. L’aggravante è proprio il fatto di aver approfittato e aver tentato persone che provavano ad uscire dal vortice della droga stessa”.

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La droga, eroina in particolare, arrivava dall’hinterland ma la piazza di spaccio era quella di Lamezia: a procurarla erano i due Mazzotta (zio e nipote) che sono originari di Curinga, Ciliberto e Cittadino si occupavano di procurare i clienti al Sert, Campisano spacciava. In alcuni casi l’eroina veniva scambiata con il metadone. A sembrare strano agli inquirenti, il fatto che lavorassero insieme persone che tempo fa non avevano buoni rapporti, come nel caso di Giuseppe Campisano, gambizzato parecchi anni fa da Vincenzo Mazzotta, fratello di Domenico, che ora aveva intrapreso l’attività di spaccio con lui. Rosario Franceschi è, invece, colui dal quale è partita tutta l’indagine. Indagini che sono state coordinate dal procuratore facente funzioni Luigi Maffia e dal sostituto Marta Agostini. “Un ringraziamento –ha sottolineato il primo dirigente – lo faccio nei confronti dell’ispettore Isabella, prossimo alla pensione ma vero trascinatore del gruppo”.

Per quanto riguarda gli arrestati, non si tratta di appartenenti alla criminalità organizzata, “i personaggi più di spicco – ha affermato Borelli – sono i Mazzotta ma tutti agivano autonomamente”: hanno tutti precedenti penali, la maggior parte per droga, ma c’è anche chi, come Bruno Mazzotta, è stato molto tempo in carcere per un omicidio compiuto diversi anni fa.

Trenta i grammi di eroina sequestrati complessivamente al momento dell’arresto ma l’attività di riscontro è stata fatta direttamente attraverso il fermo dei consumatori: ogni qual volta gli veniva venduta, automaticamente veniva sequestrata.

Presente alla conferenza stampa anche il Vicario della Questura di Catanzaro, Andrea Pietroiusti che, in rappresentanza del Questore Giuseppe Racca, ha manifestato la sua vicinanza a tutte le problematiche del territorio di Lamezia Terme, “oltre alla stima – ha aggiunto - oltre alla stima e alla considerazione per la dirigenza e il personale del commissariato. Rinnovo – ha poi concluso - fiducia e stima nei confronti della Procura Repubblica che continua a svolgere attività di collaborazione con le forze dell’ordine”.

Claudia Strangis

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