Operazione "Ossessione", così i Mancuso compravano droga dai cartelli sudamericani. Gratteri: "Siamo intervenuti in tempi record" - VIDEO

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Catanzaro – “Nel contrasto al narcotraffico non partiamo dall'anno zero. Il Goa (gruppo operativo antidroga) e il Gico (gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata) della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno una storia più che ventennale sulla scena internazionale, noi siamo di casa in Sudamerica. Tale credibilità ci ha permesso di essere ancora più incisivi nel contrasto alle cosche e di  relazionarci con tre diversi Stati nel mondo”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa dell'operazione “Ossessione” che ha portato all'arresto di 22 componenti di una organizzazione transnazionale e ramificata (che faceva riferimento al clan Mancuso di Limbadi) capace di gestire ingenti traffici di cocaina  dal Sudamerica, a conferma del rapporto privilegiato che intercorre tra la criminalità organizzata calabrese e i “cartelli” mondiali della droga, ma che non “disdegnava” anche il traffico di marijuana dall'Albania e di hashish dal Marocco. Una sorta di multinazionale del narcotraffico che curava l’acquisto “all’ingrosso”, a prezzi assolutamente concorrenziali, della droga, direttamente dai produttori, per poi smistarla in Calabria e in Lombardia tramite una fitta rete di sodali. “L'operazione di oggi è importante per vari aspetti – ha rimarcato Gratteri – anzitutto perchè il fascicolo d'indagine è stato aperto solo un anno e mezzo fa, siamo intervenuti quindi nella fase di crescita di un'organizzazione all'interno della quale vi sono tante etnie e tante estrazioni criminali. Dalla 'ndrangheta calabrese, ai narcos sudamericani, alla criminalità organizzata albanese, marocchina e olandese”. All'incontro con i giornalisti, che si è svolto nella sede del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, insieme a Gratteri erano presenti il comandante regionale Fabio Contini, il comandante dello Scico di Roma, Alessandro Barbera e il comandante del nucleo di polizia economica e finanziaria, Carmine Virno.

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L'occasione è stata utile al procuratore Gratteri per rimarcare quanto affermato dal procuratore durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. “Nel mio breve intervento, ha ricordato Gratteri -, ho parlato di un grande progetto che stiamo portando avanti non solo come procura distrettuale ma in armonia con tutte le forze dell'ordine. Perché i vertici delle forze dell'ordine hanno inviato in Calabria alcuni tra i migliori investigatori d'Italia. Non a caso oggi, accanto a me c'è il comandante Alessando Barbera dello Sico di Roma, con il quale ho lavorato per cinque anni alla procura di Reggio Calabria”. ”L’inchiesta, - ha spiegato Virno – è stata denominata “Ossessione”, in relazione alla maniacalità manifestata dai principali indagati, costantemente assillati dal pensiero di essere monitorati dalle forze dell’ordine, ma anche in relazione alla costante  “necessità” del sodalizio criminale di stare sempre sul mercato. Quando non riuscivano a trafficare cocaina, viravano su altre sostanze”. “Nel corso della indagini – ha affermato il comandante Virno - hanno avuto un ruolo importante in termini di riscontro all'attività investigativa le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Antonio Femia ed Emanuele Mancuso (figlio di Mancuso Pantaleone)”. “L'operazione – ha affermato il comandante Barbera – ha subito un accelerata improvvisa per scongiurare l'imminente fuga di uno degli indagati che è stato raggiunto prima di imbarcarsi per la Spagna. Abbiamo messo in piedi, nell'arco di 24 ore, un dispositivo di 300 uomini che ci ha consentito di eseguire fermi in diverse regioni italiane, oltre che all'estero, a dimostrazione dell'impermeabilità della nostra azione di contrasto”. 

B.M.

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