Operazione "Pedigree" a Reggio Calabria, colpite le cosche Serraino e Libri: arresti - VIDEO

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Reggio Calabria - Dalle prime ore di questa mattina è stata eseguita una una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, finalizzata all'esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare (11 in carcere e una agli arresti domiciliari) emesse nei confronti di presunti elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle cosche della 'ndrangheta Serraino e Libri operanti nella città di Reggio Calabria. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa e, a vario titolo, di estorsione, intestazione fittizia di beni, danneggiamento, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, illecita concorrenza con violenza o minaccia, incendio, aggravati dalla circostanza del metodo e dell'agevolazione mafiosa.

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"Pedigree" è il nome che gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato all’operazione. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile - sotto le direttive dei magistrati della D.D.A. di Reggio Calabria - hanno portato alla luce le dinamiche criminali delle predette consorterie della ‘ndrangheta operanti, attraverso le loro articolazioni territoriali, nel quartiere di San Sperato e nella frazione Gallina, nonché nel comune di Cardeto e a Gambarie d’Aspromonte, principalmente nel settore delle estorsioni in danno di imprenditori e commercianti anche attraverso l’imposizione di beni e servizi, nonché nell’impiego dei proventi delle attività delittuose in esercizi commerciali attivi nel campo della ristorazione, bar, e della vendita di frutta, intestandoli a sodali o a compiacenti prestanomi allo scopo di eludere il sequestro con l’applicazione delle disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

Boss dava ordini da carcere con cellulare

Maurizio Cortese, indicato, nell'ambito dell'operazione "Pedigree" come il nuovo capo del clan Serraino di Reggio Calabria, gestiva dal carcere gli affari illeciti della cosca attraverso i colloqui con la moglie Stefania Pitasi e le comunicazioni epistolari con altri affiliati, ma anche attraverso apparecchi telefonici cellulari introdotti abusivamente all’interno della struttura penitenziaria. Pur essendo detenuto, sostengono gli inquirenti, Cortese ha continuato a svolgere le sue funzioni di capo cosca, impartendo direttive dal carcere per eseguire estorsioni, per ordinare danneggiamenti di esercizi commerciali, per imporre la fornitura di beni e per pianificare intestazioni fittizie di attività commerciali. Dall’indagine sono emersi diversi elementi che dimostrerebbero come il capo cosca avesse a disposizione in carcere un telefono cellulare, rinvenuto il 9 aprile 2019 dalla Polizia Penitenziaria, con il quale riusciva a comunicare riservatamente con l’esterno e a impartire disposizioni alla moglie la quale si prestava a fare da postina e ad altri sodali. Tutto avveniva con l’uso di un linguaggio criptico ma attinente alle dinamiche e alle attività delittuose della cosca di cui continuava a tenere le redini nonostante lo stato di restrizione.

I NOMI

Maurizio Cortese, 40 anni (già detenuto per altra causa);
Domenico Sconti, 63 anni;
Domenico Morabito, 45 anni;
Salvatore Paolo De Lorenzo, 49 anni;
Antonino Filocamo, 32 anni;
Antonino Barbaro, 34 anni;
Sebastiano Massara, 34 anni;
Stefania Maria Pitasi, 37 anni;
Paolo Pitasi, 68 anni;
Carmelo Leonardo, 57 anni;
Bruno Nucera, 52 anni;
Sebastiano Morabito, 54 anni.

Contestualmente agli arresti sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari e il sequestro preventivo delle seguenti imprese, disposto dal G.I.P. su richiesta della Dda: ditta individuale denominata "Un Mondo di Frutta Vip di Nucera Bruno", esercente l'attività di commercio di prodotti alimentari, con sede a Reggio Calabria; ditta individuale denominata "Le Primizie di Leone Massimo" esercente l'attività di commercio di prodotti alimentari, con sede in Reggio Calabria; bar “Mary Kate” riconducibile all'impresa individuale "Morabito Bruno", con sede a Reggio Calabria; impresa individuale “Royal Cafe di Filocamo Antonino” con sede a Reggio Calabria. È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo della seguente impresa, disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia: ditta individuale denominata "Un Mondo di Frutta Vip di Scaramozzino Fabio" esercente l'attività di commercio di prodotti alimentari, con sede a Reggio Calabria.

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