Operazione “Quinta Bolgia”, Pino Galati non risponde al Gip

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Roma – Non ha risposto alle domande del Gip, Pino Galati, agli arresti domiciliari nella città di Roma da quando è scattata l’operazione “Quinta Bolgia” lo scorso 12 novembre. L’ex deputato coinvolto nell’inchiesta insieme ad altre 21 persone, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Assistito dai suoi legali, gli avvocati Francesco Gambardella e Salvatore Cerra, ha però contestato ogni addebito, negando qualsiasi rapporto con soggetti legati alla criminalità organizzata. Il suo è stato l’ultimo degli interrogatori a seguito dei 22 arresti tra imprenditori, politici e amministratori che avrebbero fatto emergere un vero e proprio “cartello” per dividersi la gestione delle ambulanze e la regolamentazione di appalti e contratti legati anche all’ospedale di Lamezia Terme.

Secondo gli inquirenti, la posizione di Pino Galati, insieme a quella dell’ex consigliere comunale lametino, Luigi Muraca ‘68, sarebbe stata quella di mediatore tra Pietro Putrino e i vertici dell’Asp per il controllo del servizio ambulanze. Si ricostruiscono incontri ed intercettazioni e, tra queste, una in particolare in cui emerge la richiesta di Galati a Pugliese (all’epoca direttore amministrativo dell’Asp) di un incontro “in maniera solare”, forse per scongiurare il rischio di intercettazioni. Un’espressione che gli inquirenti collegheranno alla vicenda di Putrino per l’affidamento del servizio.

A.R.

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