Operazione “Quinta Bolgia” - REAZIONI

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Lamezia Terme – Diverse le reazioni seguite all’operazione della guardia di finanza denominata “Quinta Bolgia”, che ha portato all’arresto di 22 persone tra Catanzaro e Lamezia Terme. I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica – Dda di Catanzaro, con il supporto dello S.c.i.c.o. di Roma, hanno eseguito 24 ordinanze di custodia cautelare di cui 12 in carcere e 12 agli arresti domiciliari, il sequestro di beni per un valore di dieci milioni di euro, tra i quali spiccano anche personalità del mondo polico, oltre ad imprenditori e vertici Asp.

Salvini:  "Avanti senza paura" 

"Calabria, 24 arresti e 10 milioni sequestrati: grazie alla Guardia di finanza che ha dato un duro colpo alla 'ndrangheta. La mafia mi fa schifo, avanti senza paura!".

Bova: "da 'Quinta Bolgia' emerge quadro preoccupante "

"Il quadro emerso dalle contestazioni che la Dda di Catanzaro muove a ventiquattro indagati nell'operazione "Quinta Bolgia" desta seria e profonda preoccupazione. Non solo per le persone coinvolte e per i ruoli politico-manageriali che hanno ricoperto, ma soprattutto per il contesto che le indagini hanno portato alla luce". È quanto scrive Arturo Bova, presidente della Commissione contro la 'ndrangheta in Calabria, nel commentare le notizie giornalistiche relative all'operazione della Dda di Catanzaro "Quinta Bolgia". "Non è una novità, ahimè, che la 'ndrangheta abbia interessi - rilevanti - nella sanità pubblica, ma stupisce ancora come la sua presenza si manifesti con vere e proprie prove di forza, attraverso un simbolismo tutt'altro che retorico, fatto di atti, gesti e azioni pensati per testimoniare il controllo del territorio. Ciò che fa specie di quanto emerge dalle ricostruzioni degli inquirenti, è l'assoluta noncuranza per la salute dei cittadini: ma se è notorio che per le cosche i malati siano merce come un'altra, lascia basiti il coinvolgimento dei funzionari pubblici", prosegue Bova.

E riprende: "Fermo restando il necessario garantismo da tenere in conto quando si commentano notizie e indagati come quella dell'operazione "Quinta Bolgia" - alcuni dei quali godono di stima diffusa e mai avrebbero fatto presagire neppure l'ombra della gravi accuse mosse dagli inquirenti - non si può tacere sulla non più rinviabile urgenza di una serie riforma del settore sanitario in cui, oltre a centralizzare i controlli sulla spesa e sull'affidamento dei servizi, si riorganizzino le strutture pubbliche con l'ausilio di protocolli che limitino al minimo le discrezionalità. Si tratta, certamente, di un lavoro corposo e difficile, ma senza il quale la sanità calabrese continuerà ad essere terreno fertile per le infiltrazioni mafiose e le commistioni illecite tra pubblico e privato, circostanze in cui a farne le spese sono solo e soltanto i cittadini. "Infine - conclude il presidente - il coinvolgimento diretto di due politici locali, uno dei quali già sottosegretario, merita una riflessione attenta da parte dei partiti e dei movimenti che, ad esempio, tra circa un anno chiederanno sostegno elettorale ai calabresi. Una riflessione che porti a rifiutare i voti della 'ndrangheta, a proporre candidature di alto profilo e qualità e soprattutto a sottoscrivere un protocollo comune con cui stabilire parametri stringenti nell'individuazione dei candidati e un codice etico che sia strumento prioritario nell'affrontare la campagna elettorale. Una campagna elettorale alla fine quale, chiunque sarà eletto, dovrà governare per tutelare, fino in fondo ed esclusivamente, gli interessi e i diritti dei cittadini.

 Gianturco: “L’operazione ‘Quinta Bolgia’ conferma una realtà preoccupante"

“L’operazione ‘Quinta Bolgia’ conferma una realtà preoccupante. Da garantista attendo l’esito del processo convinto che i giudizi spettino alla magistratura, ma è giunto il momento che i cittadini lametini pretendano dai partiti una reale discontinuità e vero cambiamento. Spero di sbagliarmi, ma ho la netta sensazione che l’inchiesta ci condurrà dritti dritti verso la proroga di questo sciagurato e inconcludente commissariamento cittadino al quale bisogna opporsi fortemente”

 Vono: “Quinta Bolgia, sanità calabrese va cambiata da subito”

“Lo scandalo che ha portato agli arresti dirigenti dell’asp del capoluogo e un politico di primo piano nelle passate legislature conferma che la sanità in Calabria ha bisogno urgente di cambiare pagina. Come avevo già sottolineato nel mio primo intervento in aula al senato, nel giugno scorso, vogliamo mettere fine una volta per tutte al rapporto immorale della sanità con la politica, da un lato, e la criminalità dall’altro”. A sottolinearlo è Gelsomina Silvia Vono, senatrice del Movimento 5 Stelle, intervenuta sull’operazione Quinta Bolgia condotta dalla Dda di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri, che ieri ha condotto in carcere e ai domiciliari oltre venti persone tra Catanzaro e Lamezia Terme. “Come abbiamo scritto nel contratto di governo, è l’ora di una rivoluzione copernicana per la sanità, in Calabria in particolare: direttori generali, sanitari e amministrativi, così come dirigenti di strutture complesse, devono essere valutati in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Obiettivi di performance precisi e operativi che, riducendo al minimo il margine di discrezionalità, non consentano più di premiare e far andare avanti soggetti che nel migliore dei casi praticano il più bieco servilismo, mirando al proprio avanzamento di carriera; nel peggiore dei casi, invece, come pare emergere dall’operazione dei magistrati catanzaresi, puntano a illeciti arricchimenti personali o risultano asserviti a poteri criminali”, continua Vono.

“L’intreccio letale tra burocrazie sanitarie, criminalità organizzata e politica, prospettato dalle inchieste confluite nell’operazione Quinta Bolgia, ha ridotto allo stremo non solo le aziende sanitarie calabresi, ma anche e soprattutto i cittadini, pazienti e contribuenti. Vittime, questi, di un sistema che il governo deve rimuovere con scelte serie e decisive, all’elaborazione delle quali – conclude la parlamentare calabrese - sono disponibile a collaborare nell’esclusivo interesse dei cittadini, che aspettano da noi trasparenza, qualità e dignità del servizio in uno dei settori più delicati e importanti nella vita di una persona”.

Giuseppe Spinelli (FI): "Il mio auspicio è che si possa giungere a fare, sotto ogni profilo, davvero chiarezza"

"La vita pubblica della nostra città viene, ancora una volta, ad essere investita da una grave vicenda giudiziaria. Oggi è stata, infatti,  la volta dell’operazione, cosiddetta  “Quinta Bolgia”. Come un uragano, ha invaso,  con  propalazione capillare dei  contenuti investigativi, ivi compreso l’audio delle intercettazioni, le prime pagine di tutte le testate giornalistiche,  saturando l’invaso delle valutazioni e dei commenti dei cittadini. Al netto di un’aria quasi da Colosseo, forse inevitabile, considerata la rimarcata eclatanza del caso, ma quale sicuro effetto non voluto, che, spirando incessante,  soffia ed  addita al giudizio di una sorta di tribunale del popolo,  le persone colpite dal provvedimento cautelare, v’è da dire che le circostanze che rimbalzano sulle cronache giudiziarie, sia pur nella totale assenza di contraddittorio con gli indagati, riflettono, per come sono state esposte,  situazioni di grave ed acuta criticità, che, nella loro fattualità, compongono un quadro di insieme assai allarmante.

La garanzia che ci offre la presenza dello Stato sul nostro territorio, sia attraverso l’opera quotidiana della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, sia attraverso l’esercizio delle funzioni amministrative da parte della Commissione Straordinaria, integra una rete di protezione che assicura efficacia all’azione di polizia, e  finalità di conformazione al dettato normativo dell’oggetto dell’amministrazione pubblica, secondo la tempistica e quindi la durata, che verrà in concreto ritenuta necessaria. Il mio auspicio è che si possa giungere a fare, sotto ogni profilo,  davvero chiarezza, nei modi previsti da un ordinamento democratico e nel rispetto delle persone, e quindi fare di tale chiarezza motivo di attenta riflessione pubblica, ma anche personale, per trarne  dovute ed ineludibili conseguenze". 

Azione Identitaria: "Con l’operazione 'Quinta Bolgia', è stato portato alla luce il marciume favorito da politici consenzienti"

“L’inefficienza della sanità pubblica, soprattutto da quando è passata sotto il controllo della Regione, è il vergognoso risultato del sistema di collusione tra politica e mafia che oggi, con l’operazione Quinta Bolgia, è stato smascherato e che ha portato alla luce il marciume favorito da politici consenzienti. Questa è la conferma del fallimento di tutto il sistema sanitario regionale che è oramai diventata una “cambiale elettorale” con la quale saldare i debiti contratti col richiedere i voti in certi ambienti, un tipo di debito che non conosce prescrizione e che mette in chiaro la malafede della maggior parte di quei personaggi “protagonisti” da anni della vita politica calabrese. Un sistema di complicità, un meccanismo talmente perverso che ha coinvolto dirigenti sanitari avidi di denaro nonostante la loro situazione economica e lavorativa solida e, quindi, ingiustificabile ed inaccettabile da debellare totalmente. Proprio due mesi fa (nel settembre 2018) fu impedito un nostro presidio informativo all’interno del cortile dell’Ospedale “Riuniti” di Reggio Calabria da parte del dirigente del nosocomio che voleva impedire che denunciassimo le irregolarità sanitarie e lo stesso dirigente si è dimesso dopo un mese per anomalie gestionali nelle sue funzioni. 

Purtroppo quello che è emerso a Lamezia Terme non è circoscritto solo alla città della piana ma è una realtà che abbraccia tutti gli ospedali calabresi e, pertanto, chiediamo che questo tipo di indagini venga esteso su tutto il territorio affinché si ponga fine al repellente mercimonio di pazienti e defunti. Chiediamo dunque al Governo Nazionale di legiferare in maniera incisiva sui servizi di onoranze funebri, vero ricettacolo di loschi affari, e di avviare seri controlli sugli appalti riguardo al servizio delle ambulanze che troppo spesso viene affidato ad associazioni incompetenti ma legate in qualche modo alle famiglie mafiose della zona”.

Rifondazione Comunista: "Lamezia e Calabria infestate da bolgie infernali; le abbiamo combattute e continuiamo a combatterle!"

"Se la magistratura giudicante confermerà quanto emerso dalle accuse degli inquirenti della direzione investigativa antimafia con l’Inchiesta “Quinta Bolgia”, il quadro di devastazione del tessuto sociale e politico di una delle principali città della Calabria, già fortemente intaccato dai ripetuti commissariamenti, ne uscirà completamente distrutto. Lamezia è la città, non certo l’unica, in cui come hanno più volte denunciato i compagni del Prc di quella comunità senza aspettare le odierne inchieste giudiziarie, “la sanità come la Sacal è “cosa nostra”, di politici che sono riusciti ad asservire molti, da dirigenti a fasce di personale, modellando l’organizzazione a loro uso e consumo e a favore di interessi privati pericolosamente confinanti con quelli criminali”. È la città dove in molti, troppi, sono stati ciechi e sordi. Ci meravigliano di quanti, come quegli esponenti del movimento cinque stelle, hanno atteso tali indagini per constatare quanto avveniva sotto i loro occhi: chissà cosa e quanto aspetteranno queste belle statuine per rendersi conto del grado di compromissione dei loro alleati della Lega qui in Calabria. Evidentemente, ciò che era ed è sotto gli occhi di tutti, emerge solo con le prime indagini che colpiscono direttamente anche le responsabilità politiche. Responsabilità che toccano anche partiti ed esponenti politici che hanno taciuto se non corteggiato i politici coinvolti, e che ora fanno emergere la necessità di fare fino in fondo pulizia in un settore, la sanità, che attraverso le privatizzazioni, figlie delle politiche liberiste, ha favorito affari illeciti e corruzioni, causando un peggioramento dei servizi alle persone ammalate ed in gravi difficoltà. Ed è proprio questo che colpisce di più, a quasi un secolo di distanza delle profetiche parole di Antonio Gramsci, è il perdurare degli atteggiamenti di "sovversivismo delle classi dirigenti" meridionali, ossia la predisposizione dei ceti dominanti a sovvertire procedure e regole democratiche, aggravandole con accordi persino con la ‘ndrangheta". 

"In tali posizioni trasformistiche di pezzi consistenti di ceto politico che, al di là dei fatti penalmente rilevanti, oggi denunciamo con maggiore forza - e che abbiamo avuto modo di denunciare in passato, da Cosenza a Lamezia, come avvenute anche con il centrosinistra - si è disposti a tutto pur di difendere le proprie posizioni di potere ed i propri affari. Un quadro complessivo sconfortante, in cui emerge l’evidente volontà politica di chi amministra questa regione di non far funzionare i servizi e la sanità pubblica per poter inserirsi, come avvenuto in modo lampante a Catanzaro ed a Lamezia, a Cosenza ed a Reggio, con lo sviluppo sistematico e scientifico delle più bieche pratiche clientelari. In ogni caso, i compagni e le compagne di Rifondazione si sono battuti e continueranno con determinazione a battersi contro quest’inferno causato dalla malapolitica e dal malaffare!”

 

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