Operazione "Quinta Bolgia" e la pax tra i Putrino e i Rocca: "Avevano le chiavi dei reparti dell'ospedale di Lamezia" - VIDEO

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Catanzaro - Avevano addirittura le chiavi dei reparti dell’ospedale lametino ed accesso ai dati dei pazienti per accertarsi delle loro condizioni, qualora fossero in gravi condizioni. La sorta di “pax” tra le società di onoranze funebri della città, Putrino e Rocca, è riuscita a svelare quella che è stata definita dagli inquirenti una "‘ndrangheta 2.0" per un perfetto connubio tra crimine organizzato, pubblica amministrazione e politica. Quanto messo a segno nell’operazione “Quinta Bolgia” da parte della Guardia di Finanza ha dell’incredibile, soprattutto perché ha al centro la sanità, con coinvolgimento di alcuni dirigenti Asp e dell’ex parlamentare Pino Galati, definito “l’anello di congiunzione” tra questi e i clan. I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica – Dda di Catanzaro, con il supporto dello S.c.i.c.o. di Roma, hanno eseguito 24 ordinanze di custodia cautelare (12 in carcere e 12 agli arresti domiciliari). I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa presso il comando provinciale della Guardia di Finanza dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, dal comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria Carmine Virno, dal comandante provinciale di Catanzaro Davide Rametta, dal comandante dello S.c.i.c.o. di Roma Alessandro Barbera. 

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La “pax” tra i Putrino e i Rocca

Il “range” di tempo analizzato dagli inquirenti va dal 2010 al 2018. La cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte si muove, nelle sue articolazioni, anche attraverso la famiglia Putrino che ha in gestione le ambulanze dell’Asp di Catanzaro. “I putrino e la famiglia Rocca - precisa Gratteri - altra agenzia di onoranze, si fanno la guerra fino al 2013, quando poi decidono di stipulare una sorta di “pax” e formare un cartello per dividersi la gestione delle ambulanze, in violazione di qualsiasi norma di diritto amministrativo che possa regolamentare appalti e contratti. Il tutto con il coinvolgimento dei dirigenti Asp, Perri, Pugliese e Ciccone”. E Ciccone il procuratore Gratteri ricorda essere già sotto indagine dalla Gdf per la vicenda legata all’elisoccorso. “Dieci giorni fa il Tribunale dei riesame ha ridimensionato la sua posizione, consentendogli di prestare nuovamente servizio all’Asp. "Ciccone - aggiunge ancora - aveva potere di controllo sulle ambulanze e i tipi di appalti, avvertendo le agenzie poco prima che venissero fatti i controlli. Pagnotta, invece, responsabile dell’accordo quadro, ritardava la procedura d’appalto in modo che fossero solo queste due società ad averne la gestione”.

I pedinamenti a Pino Galati

A tutto questo si aggiunge la commistione con la politica e il ruolo assunto dall’onorevole Galati, definito dagli inquirenti “collante tra Asp e clan”. “Relative al 2015 - spiega ancora Gratteri - ci sono delle intercettazioni su Putrino che per avere continuità, non fare gare e quindi continuare con le proroghe, si rivolge all’ex consigliere di Lamezia Luigi Muraca ’68 e quest’ultimo a Galati affinchè intercedesse su Pugliese e quindi sul dg Perri per indurlo a favorire le società”. Gratteri parla di incontri, prontamente documentati dagli inquirenti, di Galati nei pressi dell’aeroporto di Lamezia e all’interno di ristorante di Gizzeria. “Si accorge di essere pedinato - specifica ancora il Procuratore - e così, temendo per la sua vita, sporge denuncia a Roma che manda il fascicolo a Lamezia”. 

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“Ritardi nelle gare d’appalto per affidamenti urgenti alle imprese delle associazioni criminali”

“Una vera e propria occupazione militari degli apparati sanitari da parte degli esponenti della crminalità organizzata - specifica invece il procuratore aggiunto Capomolla - ci sono casi in cui, come ricosttuito, esponenti delle imprese funebri avevano le chiavi di accesso ai reparti, intimidazioni ai danni operatori sanitari e altre imprese che così venivano esautorate. Un quadro particolarmente inquietante anche sulla condotta dei pubblici amministratori - aggiunge inoltre - tutte vicende che hanno riguardato il ritardo nello svolgimento delle gare d’appalto per consentire, attraverso l’affidamento urgente, una stabilità alle imprese riconducibili alle associazioni criminali”.

“Servizi svolti in maniera indegna di un paese civile”

Alessandro Barbera, comandante dello S.C.I.C.O., si focalizza invece su “una ‘ndrangheta 2.0 che oggi si muove su canali dove c’è commistione tra crimine organizzato, pubblica amministrazione e politica infilandosi nella società civile, il tutto per inquinare l’economia e l’andamento dei mercati e dei servizi pubblici. Abbiamo rilevato - aggiunge ancora - servizi esperiti in maniera indegna di un paese civile con ambulanze non idonee e servizi offerti solo di mera facciata ma che non rispecchiavano i requisiti”.  Il tutto ricostruito attraverso una sinergia collaudata tra Scico, Guardia di Finanza e Dda per la quale “sono stati impiegati - come ha informato il comandante provinciale di Catanzaro Rametta - oltre 200 uomini”. 

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“Occupazione militare dell’ospedale di Lamezia. Avvoltoi per l’assegnazione dei servizi”

Il comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria Carmine Virno entra nei dettagli dell’operazione “Quinta Bolgia”, la stessa che riprende il nome dall'Inferno Dantesco che nella divina commedia ospita i “barattieri”, cioè i funzionari pubblici arricchiti. “I settori - precisa Virno - hanno riguardato sia le ambulanze sia i servizi per le imprese funebri, con una vera e propria occupazione militare dell’ospedale, dove i due gruppi, Putrino e Rocca, si dividevano i servizi".

“Ambulanze con freni guasti e ossigeno scaduto”

I due necrofori ai domiciliari - spiega ancora - facenti riferimento ciascuno ad una famiglia,  avevano il compito di temporaggiare quando accadevano le situazioni all’interno dell’ospedale, proprio per favorire Rocca o Putrino qualora non fossero ancora intervenuti”. Virno racconta così l’interdittiva antimafia che aveva già colpito la ditta di Putrino che li avrebbe portati a passare i servizi ad altre società, e così il sequestro di alcune attività e di ulteriori 10 milioni di euro. Quanto ricostruito lascia degli spaccati inquietanti. “Avevano la disponibilità delle chiavi di alcuni reparti - prosegue ancora - ed erano a disposizione i dati dei pazienti qualora le loro condizioni si stessero aggravando, per poter fare pressioni sui familiari, come avvoltoi, affinchè gli venissero assegnati i servizi”. Sono state così ricostruite una serie di situazioni incredibili anche relative al sistema di gestione delle ambulanze. “Autoambulanze non previste o senza requisiti tecnici - evidenzia Virno - revisioni che non venivano svolte, problemi ai motori ed ai cambi, personale non autorizzato, l’assenza di termoculle per il trasporto dei bambini o l’ossigeno scaduto”. “Non c’è alibi per nessuno, ha concluso Gratteri - non è possibile speculare sulla morte delle persone o su chi è agonizzante”. 

Alessandra Renda

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