Padre Fedele: Cassazione, processo da rifare

 

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Roma - E’ da rifare il processo d'appello a carico di Francesco Bisceglia, noto come 'padre Fedele', il frate cappuccino sospeso a divinis nel 2008 in seguito alle accuse di violenza sessuale su una suora. La Cassazione ha infatti annullato con rinvio la condanna a 9 anni e 3 mesi di reclusione, inflittagli dalla Corte d'Appello di Catanzaro il 17 dicembre 2012. Il verdetto è stato appena emesso dalla III sezione penale della Cassazione. La Suprema corte ha inoltre annullato solo parzialmente la condanna a 6 anni e 3 mesi di reclusione inflitti in appello ad Antonio Gaudio, segretario di 'padre Fedele'. La pena, per lui, sarà rideterminata da un'altra sezione della Corte d'appello di Catanzaro. Ma una parte del suo ricorso è stata respinta e dunque passa in giudicato una parte della condanna. In particolare, per quanto riguarda la posizione di Gaudio, la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna limitatamente ad un capo di accusa (capo 'n') che per prescrizione e la relativa pena pari ad un mese. Sempre per Gaudio la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna limitatamente al capo 'c' e per la determinazione della pena anche in ordine al capo 'l'. Il dispositivo che riguarda 'padre Fedele' è molto più breve: "Si annulla l'impugnata sentenza limitatamente ai reati ascritti al Bisceglia e si rinvia ad altra sezione della Corte d'appello di Catanzaro". Il verdetto della Suprema corte è stato emesso dopo una lunga camera di consiglio. Padre Fedele: difesa, "soddisfatti, ora fiducia in giustizia".
"Siamo ampliamente soddisfatti da questo verdetto e riprende la nostra fiducia nella giustizia, che in questa vicenda era andata perduta” ha detto l'avvocato Eugenio Bisceglia, lontano parente e difensore di 'padre Fedele', dopo il verdetto della Cassazione. "Finalmente - ha aggiunto - per padre Fedele la Cassazione ha applicato le norme del diritto che in questo processo non sono mai state rispettate”.

Padre Fedele: "Adesso vorrei riavere al più presto il ministero sacerdotale" 

"Per adesso sono solo contento perché manca la conversione della suora. Sarò contentissimo quando ci sarà la conversione sua, delle religiose e di tutti coloro che mi hanno gettato fango addosso". Così padre Fedele ha commentato la decisione della Cassazione di annullare la condanna per violenza sessuale disponendo un nuovo processo. "Il mio sacrificio - ha aggiunto - lo dedico alla conversione di queste persone. Adesso vorrei riavere al più presto il ministero sacerdotale. Senza mi sento un pesce fuor d'acqua".

"La Cassazione - ha detto padre Fedele - ha visto giusto. Io quel reato non solo non l'ho mai fatto ma non l'ho neanche pensato. Adesso vivo per il perdono e la preghiera ed al Signore vorrei chiedere di farmi riavere il ministero sacerdotale". Padre Fedele racconta anche di "continuare a fare quello che ho sempre fatto, amare e curare i poveri, costruendo capanni in Africa ed una struttura per l'accoglienza di bambini disabili". "Vivo sempre a Cosenza - prosegue - dove sono in contatto con tante persone che hanno bisogno di tutto. Per cui busso alla porta di chi può per avere latte, viveri, medicina e capi d'abbigliamento che poi distribuisco ai poveri. Avrei anche qualche progetto da proporre ai responsabili dell'Oasi Francescana (la struttura d'accoglienza da lui realizzata, ndr) che resta la mia pupilla". Intanto padre Fedele prosegue la sua attività di missionario. "A maggio - ha detto - sono stato in Africa, in Madagascar, dove abbiamo realizzato una colonia per bambini denutriti e che entrerà in funzione tra qualche giorno. A Cosenza, invece, mi è stato regalato un rudere che ho ristrutturato ma che necessità ancora di lavori per realizzarci un'Oasi per bambini diversamente abili. Per avere il denaro raccolgo ferro vecchio e lo rivendo e quando metto insieme una certa somma chiamo gli operai per i lavori, ma i fondi non sono sufficienti. Ho bisogno di aiuto e chi vorrà potrà contattarmi per darmelo".

 

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