Processo Andromeda, collaboratore Battista Cosentino: "So che era prevista una riunione tra cosche lametine per la pace"

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Lamezia Terme - A raccontare i rapporti tra la cosca Giampà e gli Iannazzo, collegato in videoconferenza da un sito riservato, è Battista Cosentino che dal 2011 ha deciso di collaborare con la giustizia. “Io avevo a che fare con le estorsioni, mi mandavano di qua e di là per fare le estorsioni” riferisce il collaboratore nel tracciare il suo ruolo nella cosca. Cosentino ha così risposto alle domande del Pm Elio Romano e della difesa nell’aula Garofalo del tribunale di Lamezia davanti al presidente Carè in una nuova udienza del processo “Andromeda”. In merito ai rapporti con i Torcasio, dichiara “so che i rapporti non erano buoni. So che i Giampà gli hanno ammazzato diversi cristiani a loro”. Mentre, aggiunge “con i Iannazzo hanno ricominciato a riallacciare i rapporti tramite Angelo Torcasio. C’era sempre da guadagnare”. Secondo il collaboratore questa unione ruotava intorno “ai soldi”.

Il Pm chiede al collaboratore se fosse a conoscenza di una riunione tra le varie cosche lametine. “So per sentito dire che c’era da fare una riunione ma poi mi pare fu disturbata, circolavano voci che lo avevano scoperto dalla Finanza. So che era venuto qualcuno anche da fuori”. Lo scopo di quell’incontro che, da quanto riferito dal collaboratore in aula, non è però mai avvenuto era quello “di una pace per lavorare tutti, per non far succedere più morti. Poi è saltata”. Cosentino non riesce però a ricordare il periodo nel quale quell’incontro si sarebbe dovuto tenere. Il collaboratore, su domanda del Pm, ha poi parlato dei rapporti con Franco Perri, imputato in questo processo: “Una volta si mise in un furgone ed è venuto in un magazzino dove Torcasio faceva la porchetta. Voleva che sparava il fratello. Si raccomandò di spararlo alle gambe”. In quell’occasione il collaboratore parla di una cifra “gli ha dato 12 mila euro”. “Glielo abbiamo promesso, ci siamo presi i soldi ma poi non abbiamo fatto niente – aggiunge ancora – per la gambizzazione avevano dato il compito ad Angelo Torcasio che lo avevano detto a me, ma io figuratevi se sparavo a Marcello che lo conoscevo a na vita. Ci siamo solo preso i soldi”. Da quell’accordo sarebbero poi dovuti iniziare degli appostamenti “lo dovevamo seguire ma in realtà noi andavamo a giocare alle macchinette. In realtà non lo abbiamo seguito mai”.

Sul punto interviene anche l’avvocato Staiano che difende Perri chiedendo al collaboratore perché “oggi per la prima volta ha affermato di aver saputo da Angelo Torcasio dell’incontro in un magazzino con Franco Perri, come mai lo dice solo ora?”. “Mi pare che lo avevo già affermato nei verbali” riferisce Battista Cosentino che rispondendo ad un’altra domanda della difesa afferma di conoscere Marcello Perri ma “non so se fosse consumatore di sostanze stupefacenti”. Cosentino racconta anche di una volta quando avevano parcheggiato la macchina ma “in realtà io ero andato a comprare la mortadella per fare i panini”. Sulla figura di Gennaro Pulice, ora anche lui collaboratore di giustizia, dice “era uno pericoloso. Lo cercavano i Giampà, gli facevano caccia per spararlo”. Il processo è stato poi rinviato al 7 maggio quando saranno ascoltati i collaboratori Rosario Cappello e Pasquale Giampà.

R.V.

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