Processo Chimera abbreviato: 35 condanne e 3 assoluzioni

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Catanzaro – Ad un anno dall’inizio del processo a carico dei 38 imputati nel processo scaturito dall’operazione "Chimera", condotta contro la cosca lametina Cerra-Torcasio-Gualtieri, è stata pronunciata la sentenza di primo grado da parte del giudice del Tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia.

Trentacinque le condanne, che variano dagli 8 mesi ai 14 anni per gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Condannati i cosiddetti capi e gregari della consorteria di base a Capizzaglie, tra cui anche Teresina Cerra, considerata colei che teneva le redini della cosca, condannata a 10 anni di reclusione.

CONDANNE:

  • Nino Cerra, «il vecchio” e «Zu’ Nino”, (Il Pm aveva chiesto 14 anni e 10.000 euro di multa), 13 anni e 4 mesi
  • Teresina Cerra, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa), 10 anni
  • Pasquale Cerra, alias “Ciancimino”, (Il Pm aveva chiesto 14 anni e 10.000 euro di multa), 9 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa
  • Luca Cerra, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa), 6 anni e 5.000 euro di multa
  • Vincenzo Torcasio, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa), 13 anni 
  • Alessandro Torcasio cl. 86, (Il Pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi), 7 anni e 8 mesi
  • Pasquale Torcasio, inteso “Carro’ ” e “Cicciobello”, (Il Pm aveva chiesto 8 anni e 8 mesi), 7 anni e 8 mesi
  • Francesco Tropea, (Il Pm aveva chiesto 7 anni e 4 mesi), 7 anni e 8 mesi
  • Angelina Torcasio, (Il Pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi e 8.000 euro di multa), 3 anni e 8 mesi e 12.000 euro di multa
  • Emilio Francesco Gualtieri, alias “cinque lire”, “U’ russu”, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi e 8.000 euro di multa), 8 anni e 6.000 euro di multa
  • Maria Gualtieri, (Il Pm aveva chiesto 4 anni ), 4 anni
  • Nicola Gualtieri, inteso “Bomboletta”cl.92, (Il Pm aveva chiesto 16 anni e 120.000 euro di multa), 12 anni e 8.000 euro di multa
  • Antonia Gualtieri, (Il Pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi e 6000 euro di multa), 3 anni e 8 mesi, 1200 euro di multa
  • Ottorino Rainieri, (Il Pm aveva chiesto 16 anni e 12.000 euro di multa), 10 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
  • Gennaro Muraca, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi), 7 anni e 4 mesi, 5000 euro di multa
  • Antonio Villella, inteso “Crozza”, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa), 7 anni e 8 mesi
  • Giuseppe Gullo, 8 anni e 6000 euro di multa
  • Pasquale Carnovale, (Il Pm aveva chiesto 8 anni) 7 anni e 8 mesi
  • Paolo Paone, (Il Pm aveva chiesto 12 anni e 10.000 mila euro di multa), 7 anni e 4 mesi, 5.000 mila euro di multa
  • Antonio Paradiso, alias Zu’ Toto”, (Il Pm aveva chiesto 8 anni), 7 anni e 4 mesi
  • Gaetano Larosa, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa), 8 anni, 6.000 euro di multa
  • Nino Cerra cl.91, 7 anni e 4 mesi, 5000 euro di multa
  • Angelo Francesco Paradiso inteso “Ciccio e Ciccuzzu”, (Il Pm aveva chiesto 16 anni e 12.000 euro di multa), 7 anni e 4 mesi
  • Pasquale Torcasio, cl. 69, (Il Pm aveva chiesto 16 anni e 12.000 euro di multa), 14 anni
  • Domenico Torcasio, inteso “u’ Mongolo”, Mico e Micariellu”, (Il Pm aveva chiesto 14 anni e 12.000 euro di multa), 8 anni e 8 mesi, 6000 euro di multa
  • Giovanni Torcasio, inteso “U’ Craparu”, “padre di Vincenzo”, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi e 8.000 euro di multa), 8 anni, 6.000 euro di multa
  • Federico Gualtieri, inteso “u’ Zuppariellu”, (Il Pm aveva chiesto 10 anni), 8 anni, 6000 euro di multa
  • Antonio Gualtieri, (Il Pm aveva chiesto 12 anni e 8.000 euro di multa), 13 anni e 4 mesi
  • Francesco Gualtieri, (Il Pm aveva chiesto 12 anni e 8.000 euro di multa), 8 anni e 6.000 euro di multa
  • Cesare Gualtieri, (Il Pm aveva chiesto 14 anni e 10.000 euro di multa), 14 anni
  • Nicola Gualtieri, cl.45, inteso, “Zu’ Nicola’  “il vecchio padre di Gianni”, “u Craparu”, “U’ Zingaro”, (Il Pm aveva chiesto 14 anni e 10.000 euro di multa), 8 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
  • Giuseppe Rainieri, (Il Pm aveva chiesto 8 anni), 7 anni e 8 mesi
  • Luciano Cimino, (Il Pm aveva chiesto 13 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa), 4 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
  • Giancarlo Chirumbolo, (Il Pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi), 6 anni
  • Alessandro Durante, (Il Pm aveva chiesto 2 anni), 8 mesi

 

 ASSOLUZIONI:

  • Torcasio Rita, assolta per non aver commesso il fatto
  • Torcasio Angela, assolta per non aver commesso il fatto
  • Rainieri Aurora, assolta per non aver commesso il fatto

 

Alle parti civili sono stati riconosciuti i seguenti risarcimenti:

  • Comune di Lamezia Terme – 80 mila euro per risarcimento dei danni e 2.580 euro per le spese di costituzione e difesa;
  • FAI (Federazione Antiracket Italiana) – 10 mila euro per risarcimento dei danni e 2.580 euro per le spese di costituzione e difesa;
  • ALA (Associazione Antiracket di Lamezia Terme) – 10 mila euro per risarcimento dei danni e 2.580 euro per le spese di costituzione e difesa.

 

E' stato stabilito dal giudice, inoltre, che Nicola Gualteri (classe '92) sia condannato al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile Pasquale Mercadante, che il giudice ha quantificato in 5000 euro, oltre al pagamento delle spese di costituzione e difesa, che liquida in 2.580 euro. Anche Pasquale Torcasio (classe '69) e Vincenzo Torcasio (classe '80) sono stati condannati al pagamento di 5000 euro a ciascuna delle parti e di 3,096 euro complessivi per le spese di costituzione e difesa, nei confronti di Francesco Torchia e Francesco Cianflone, costituitesi parti civili.

 Il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza è stato indicato in 90 giorni.

Il pubblico Ministero Elio Romano aveva chiesto complessivamente quasi 400 anni di carcere per gli imputati del processo Chimera. Dei 44 imputati nella maxi operazione, che ha delineato l’organigramma della consorteria di Capizzaglie, 38 hanno scelto il rito abbreviato. L’operazione Chimera ha portato, in due diverse fasi, alla cattura di capi e gregari del clan Torcasio-Cerra-Gualtieri.

Altri cinque imputati, Cesare Gualtieri, Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Massimo Crapella e Giancarlo Puzzo, hano scelto di essere giudicato con rito ordinario e il processo è in corso al Tribunale di Lamezia.

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Una sentenza di primo  grado che arriva, quindi, ad un anno dall’inizio del processo. L'inchiesta giudiziaria si è articolata in due ordinanze distinte, chiamate “Chimera 1” e “Chimera 2” che, nell’arco di sei mesi, da maggio ad ottobre 2014, hanno portato all’arresto di più di 40 persone ritenute affiliate, o comunque vicine, alla consorteria dei Cerra-Torcasio –Gualteri. Traffico di armi, reati in materia di appalti pubblici, traffico di droga, estorsioni, dal 2010, sono i reati contestati alle persone arrestate nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal nucleo investigativo del comando provinciale guidato dal maggiore Carlo Caci e dal capitano Fabio Vincelli, comandate della compagnia carabinieri di Lamezia Terme.

Un vero e proprio scacco alla cosca di Capizzaglie che, dopo la decapitazione della cosca Giampà con le operazioni Medusa e Perseo, aveva cercato di prendere piede e espandersi anche in altre zone prima non di loro “competenza”. Una cosca che, secondo il Gip firmatario dell’ordinanza, “dimostra una pericolosità sociale del sodalizio che, alla data del provvedimento, appare più che mai attivo nella commissione di gravissime e reiterate fattispecie delittuose di rilevante allarme sociale che hanno creato sul territorio lametino un diffuso stato di assoggettamento e succubanza psicologica, tale da indurre tutte le vittime a subire passivamente le vessazioni ed i soprusi”.

Con "Chimera", secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato ricostruito lo scenario criminale della cosca "Cerra - Torcasio", un tempo autonoma e poi alleata con quella dei Giampà, ed alla quale, in epoca successiva alla scissione, si è avvicinata la famiglia "Gualtieri" che fino al 1992 non era inserita nel contesto mafioso come famiglia autonoma o aggregata ad altre consorterie criminali lametine. A capo della cosca i due fratelli Nino e Teresina Cerra, ritenuti promotori, direttori e organizzatori, insieme a Vincenzo e Pasquale Torcasio, a Cesare e Antonio Gualtieri, che avrebbero tenuto le redini della consorteria.

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