Processo Columbus, condannato a 17 anni e 10 mesi ex candidato al consiglio comunale di Lamezia

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Palmi (Reggio Calabria) – Accolta quasi in toto la richiesta di condanna del pubblico ministero nel processo “Columbus” per Franco Fazio, il 49enne di Pianopoli che nelle scorse elezioni comunali a Lamezia del 2015 era candidato nelle fila del Cdu in sostegno all’ormai ex sindaco Paolo Mascaro. Il Collegio di giudici del Tribunale di Palmi (Gentile presidente e a latere Ascioti e Romeo) ha emesso la sentenza di primo grado con la quale sono state decretate cinque condanne e due assoluzioni. Tra le condanne spunta proprio quella di Fazio: a fronte dei 18 anni chiesti dalla pubblica accusa, i giudici hanno deciso per lui una pena di 17 anni e 10 mesi di reclusione e 150mila euro di multa, escludendo l’aggravante di organizzatore in relazione al reato associativo. Fazio è stato assolto anche dal reato al capo 2 dell'imputazione "perché il fatto non sussiste". A difenderlo l'avvocato Gregorio Viscomi. 

Il suo arresto era salito alla ribalta delle cronache perché coinvolto in un giro internazionale di traffico di stupefacenti portato alla luce nel maggio di due anni fa, alla vigilia delle amministrative: erano state quindici le persone finite in manette tra la Calabria e New York, una trentina gli indagati, nell'ambito dell'indagine della Polizia di Stato e dell’Fbi su un'organizzazione criminale legata alla 'ndrangheta e alle famiglie mafiose americane.

Un arresto che aveva fatto scalpore perché il nome di Fazio figurava tra i candidati alle elezioni, nella lista del Cdu che sosteneva quello che poi sarebbe diventato il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro. Il Cdu, con una nota, aveva subito annunciato che il candidato da quel momento non sarebbe stato più in corsa.

Secondo gli inquirenti, l’ex aspirante consigliere comunale, sarebbe stato il broker di Gigliotti (ritenuto a capo dell'organizzazione) tra l'Italia e gli Stati Uniti con contatti con alcune cosche. Una delle accuse che gli erano state rivolte è che avrebbe gestito le trattative con i narcos in Costa Rica anche attraverso una società di import-export quale migliore canale per gestire i presunti traffici illeciti. 

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