Processo Mezzatesta, carabinieri ricostruiscono movimenti del presunto killer prima dell’omicidio attraverso celle telefoniche

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Catanzaro - È stata un'udienza dedicata alle deposizioni del nucleo investigativo dei carabinieri, quella che si è svolta questa mattina in Corte d'Assise d'innanzi al presidente Alessando Bravin, e che vede imputato Marco Gallo (difeso dall'avvocato Francesco Siclari) per l'omicidio di Gregorio Mezzatesta, ucciso con 5 colpi di arma da fuoco a Catanzaro, nella centralissima via Milano, la mattina del 24 giugno 2017. L'imputato ha potuto assistere alle deposizioni dai banchi della difesa. Per rispondere alle domande del pubblico ministero Elio Romano, si sono presentati i carabinieri del nucleo che ha condotto le indagini guidate, all'epoca dei fatti, dal Capitano Fabio Vincelli. Ai militari dell'Arma è spettato ricostruire le fasi di “pedinamento elettronico” che hanno portato all'identificazione e al conseguente arresto di Gallo: l'acquisizione delle telecamere di videosorveglianza presenti su tutto il territorio e la visione dei filmati anche di esercizi commerciali e di privati che hanno portato a meno di due mesi dall’efferato omicidio ad arrestare un giovane, fino a quel momento, considerato “insospettabile”.

A svolgere un ruolo determinante nel corso delle indagini, sono stati anche i rilievi del Gps del telefono del 33enne: le celle del cellulare del presunto killer attesterebbero, secondo quanto confermato dagli investigatori, che lo stesso, tre giorni prima del delitto si trovava nei pressi del bar di Decollatura dove lavorava Luciano Scalise, figlio di Pino, colpito da un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro lo scorso 10 gennaio con l'accusa di appartenere alla cosca “Scalise” operante nei comuni del Reventino. Non solo, due giorni prima dell'omicidio, il 22 giugno, le celle del cellulare di Gallo avrebbero attestato la sua presenza nei pressi dell'abitazione di Scalise. Gallo, nel procedimento che ha portato all'arresto dei presunti mandati dell'omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso, è accusato di associazione mafiosa perché considerato legato alla cosca Scalise di Decollatura. Un legame, confermato in aula, dal resoconto delle risultanze investigative a seguito della perquisizione effettuata a casa di Gallo dove gli investigatori hanno trovato buoni postali fruttiferi riconducibili a Scalise, un testamento a favore di Scalise e la lista nozze in cui compariva il nome degli Scalise. L'udienza è stata rinviata al prossimo 18 aprile.

B.M.

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