Processo “Nuove Leve”: avanzate le richieste di rito abbreviato

palazzo-di-giustizia-Catanzaro-tribunale_2015.jpg

Catanzaro - Ancora alle battute iniziali il processo “Nuove Leve”. Questa mattina, al Tribunale di Catanzaro, gli imputati, tramite i loro difensori, hanno avanzato le richieste di rito. Sarebbero 14 quelli che hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato. Quattro, Pasquale Mercuri, 28 anni, Francesco Morello, 32 anni; Luigi Notarianni, 25 anni; Vincenzo Bonaddio, 58 anni, detto “ca-ca”; hanno invece avanzato la richiesta di essere processati con il rito ordinario. Il Tribunale, si riserverà di decidere nella prossima udienza fissata per il 16 febbraio 2018. A richiedere il rito abbreviato: Vincenzo Giampà, 49 anni, detto il “Camacio”; Eugenio Giampà, 28 anni; Roberto Castaldo, 27 anni; Gregorio Scalise, 25 anni; Giuseppe Paone, 23 anni; Francesca Allegro, 32 anni; Francesco Renda, 33 anni; Michele Muraca, 53 anni; Claudio Paola, 31 anni, detto “Trachino”; Marco Francesco De Vito, 43 anni; Danilo Cappello, 28 anni, detto “Kirbi”Andrea Mancuso, 25 anni; Vincenzo Vigliaturo, 26 anni. Maria Muraca, 28 anni ha chiesto di essere processata secondo il rito abbreviato condizionato all'escussione del collaboratore Domenico Giampà. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Larussa, Wanda Bitonte, Salvatore Cerra, Francesco Gambardella, Aldo Ferraro, Giuseppe Spinelli, Saverio Loiero, Rita Cellini, Giusy Caliò.

Hanno chiesto, invece, di costituirsi parte civile, il Comune di Lamezia Terme, l’associazione Antiracket, Vincenzo Perri, Giovanni Vitale e la Regione Calabria. Nel corso dell’udienza il giudice si è riservato di decidere sulla costituzione della parti civili dal momento che gli avvocati Bitonte, Ferraro e Larussa hanno sollevato alcune questioni tecniche, (in aula non erano presenti i difensori titolari ma solo i sostituti).

In manette, nel corso dell’operazione “Nuove Leve” eseguita della Polizia lo scorso 24 febbraio, era finita la nuova generazione che avrebbe rimpiazzato i detenuti, le 'nuove leve' della cosca Giampà. Giovani che si sarebbero adoperati per continuare nell’esercizio delle attività estorsive sul territorio per conto dei capi cosca sottoposti a regime detentivo. I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono ritenuti colpevoli, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed imprenditori di Lamezia Terme, nonché di atti intimidatori consistiti nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e di danneggiamenti con l'utilizzo di ordigni esplosivi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA