Processo Perseo, ascoltati Piraina e l'ex fidanzata - VIDEO

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Lamezia Terme – Nuova udienza nell’ambito del processo Perseo. In aula davanti al Presidente Carlo Fontanazza e, ai giudici a latere, Monetti e Aragona, c’è in video-conferenza il collaboratore Luca Piraina. Il processo è iniziato con le risposte alle richieste avanzate dalla difesa, nella persona dell'avvocato Pagliuso, nell’udienza precedente, ossia l'accettazione di materiale fotografico e altra documentazione. Il Presidente Fontanazza ha rigettato l’acquisizione del materiale in questione. Il Presidente Fontanazza ha comunque stabilito che verrà ascoltata la signora Caroleo (madre di Davide Giampà, ndr) che è colei che denunciò l'esistenza della pendrive contente file e alcune foto.

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Il legale della difesa ha chiesto a Piraina chi indicò come soggetti per intraprendere il programma di protezione: "I miei familiari e la mia ex fidanzata R.S.” ha risposto il collaboratore di giustizia. Il legale della difesa, informato che R.S. era presente in aula, ha chiesto ai giudici che fosse allontanata. La Corte sospende momentaneamente la seduta per la decisione e, alla ripresa dell'udienza, ha decretato che R.S. fosse allontanata dall'aula ma di restare nell'ambito del palazzo del Tribunale per essere ascoltata successivamente. Alla ripresa dell'interrogatorio Pagliuso, difensore di Davide Giampà, ha chiesto a Piraina quando interruppe il rapporto sentimentale con la R.S., Piraina ha risposto: "Mi lasciò poco tempo dopo e non ricordo se lei fu sottoposta a protezione perchè sono stato in isolamento per 6 mesi. Ho anche saputo, dall’avvocato dell’epoca, che i miei genitori non accettarono la protezione”. Il legale ha insistito chiedendo ancora quando si lasciò con la fidanzata e Piraina “A fine anno 2013”. Pagliuso poi chiede se la fidanzata gli raccontò se avesse avuto modo di conoscere la convinvente di Davide Giampà e Piraina risponde che si conoscevano già. L’avvocato ha chiesto a Piraina come mai voleva che la sua findanzata si sottoponesse a un programma di protezione “nessuna minaccia, i giornali scrivevano tutti i giorni di omicidi e quindi per questo la volevo sotto protezione. Io ho commesso degli omicidi e sui giornali si parlava sempre di queste cose, quando sono diventato collaboratore ho chiesto la protezione per i suoi cari per questi motivi. Poi c’è da considerare che anche alcuni esponenti di altre cosche chiedevano della mia famiglia e della mia fidanzata”. Per quanto riguarda il "battesimo di ‘ndrangheta" che sarebbe avvenuto in un'aula del Tribunale, Piraina afferma: “I riti venivano fatti con la camorra, si parlava in un angolino e formulavamo un rito, lo dicevano senza fare niente”.

Successivamente, viene ascoltata proprio R.S. e, interrogata dall’avvocato Pagliuso, risponde “siamo stati fidanzati fino al novembre 2013”. Pagliuso le chiede se avesse conosciuto la fidanzata di Davide Giampà, tale E.P. e, la R.S. ha risposto: “Si eravamo amiche”. Pagliuso ha poi chiesto “in questo periodo voi due avete una scorta, avevate ancora rapporti? e R.S. ha risposto: “Abbiamo conosciuto qualcuno, ma non avevamo rapporti”. Sul fatto di entrare in possesso di una pendrive con foto e documenti la R.S. ha replicato “io non ho avuto nessun pennino. Sul fatto di quanto durò la conoscenza con la fidanzata di Davide Giampà, R.S. spiega che “erano passati una decina di giorni dopo di lui che io ebbi la protezione. Io frequentai la signora P. per un mese e non avevamo rapporti con i due agenti in questione”. Pagliuso replica: “Quindi lei poi interrompe la frequentazione con P. e non parla di una pennetta?” e lei “si, lo escludo”.

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