Processo Perseo: concluso controesame Francesco Vasile - VIDEO

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Lamezia Terme - Controesame per Francesco Vasile nell’aula Garofalo del Tribunale di Lamezia davanti al collegio presieduto dal giudice Fontanazza e i consiglieri a latere, Aragona e Monetti. A iniziare il controesame, l’avvocato Mario Murone, che si concentra sulle truffe assicurative e sugli incidenti simulati ai quali Vasile avrebbe preso parte, partendo dai verbali del 28 novembre 2012 e del 18 gennaio 2013.

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Gli incidenti simulati

Vasile afferma d’aver preso parte a un solo incidente simulato dove era a bordo di una Toyota Yaris. Poi l’avvocato chiede di riferire al tribunale dove lui e sua moglie, con lui in auto, erano andati a fare la visita. “Dal dottor Petronio – risponde Vasile che aggiunge -  prima al pronto soccorso gli abbiamo detto i sintomi e poi ci hanno fatto fare le lastre e siamo andati il giorno dopo dal dottor Petronio e gli dissimo che ci mandava Giuseppe Giampà, ci fece il certificato con tanti giorni senza nemmeno vedere le lastre. L’unico che ci faceva le visite era lui. Era una persona che appoggiava Giuseppe Giampà”. Vasile nei verbali non ha fatto il nome del dottor Petronio, pertanto l’avvocato Murone chiede al testimone quando ha saputo che quel dottore era Petronio. “Quando sono andato a fare la visita ortopedica” risponde Vasile. “In ortopedia c’era solo il dottor Petronio che faceva visite e poi perché ci dicevano da quale dottore andare ed era scritto sul certificato”. “Perché allora non l’ha riferito subito? Ribadisce Murone. Può essere che non lo ricordavo” afferma.

Somme di denaro e regali dopo i falsi sinistri

Poi Vasile racconta che Giampà gli diede una somma di denaro, intorno ai 5.000 euro e, come regalo, una cucina per il matrimonio.

Le dichiarazioni di altri testimoni apprese dai giornali

“Lei come fa a conoscere le dichiarazioni degli altri testimoni sulla vicenda del regalo della cucina? - chiede l’avvocato Murone dopo che Vasile ha parlato di dichiarazioni fatte dagli altri pentiti. “Primo – elenca - perché sono uscite su tutti i giornali e poi perché hanno iniziato a collaborare prima del mio arresto.  Anche  a seguito delle perquisizioni presso l’abitazione”.  Vasile afferma d’aver anche appreso che altri hanno parlato del dottor Petronio sui giornali.

Il presidente Fontanazza ha chiesto a Vasile quando avrebbe letto sui giornali le dichiarazioni. “Molto dopo la mia collaborazione, qualche mese fa. Gli ultimi tempi prima che iniziasse il processo. Ho appreso dalla stampa che altri testimoni avevano confermato le mie dichiarazioni - conclude Vasile”.

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Omicidio di Bruno Cittadino

Procede con il controesame l’avvocato Francesco Pagliuso che parte dalla decisione di collaborare di Vasile avvenuta subito dopo il suo arresto del 17 ottobre 2012. L’avvocato Pagliuso procede il controesame ricostruendo l’omicidio di Bruno cittadino avvenuto il 31 luglio del 2008. Vasile si trovava all’interno di un’abitazione di Giuseppe Giampà in attesa che lo “specchietto” facesse lo squillo per dare conferma della presenza della vittima. “Giancarlo Chirumbolo doveva fare da specchietto ma non ci faceva lo squillo allora andò Molinaro”. “Giampà mi disse che Chirumbolo doveva fare lo squillo”.

Il ruolo di "specchietto"

Ha concluso il controesame il Pm Romano che è intervenuto sempre sul ruolo di “specchietto” nell’omicidio di Bruno Cittadino. “Chirumbolo ha fatto lo squillo, Giampà mi disse che lo squillo arrivava da Chirumbolo ma non avevamo la certezza che lui era sul posto allora andò Maurizio Molinaro a controllare”. “Il cellulare in mano lo aveva Giampà. Io ero presente quando arrivò lo squillo e per avere la certezza andò Molinaro e ci disse preciso anche dov’era la posizione della vittima”. “Dopo che torna Molinaro ci disse che lui non voleva venire e poi andammo a effettuare l’azione omicidiaria”.

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