Processo Perseo: Michienzi, bombe carta ad attività che pagavano i Torcasio - VIDEO

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Lamezia Terme – L’udienza del processo Perseo si apre con l’esame diretto di Francesco Michienzi davanti al collegio presieduto dal giudice Fontanazza e i consiglieri a latere, Aragona e Monetti. Il testimone Michienzi è difeso dall’avvocato Claudia Conidi e lo stesso accetta di rispondere alle domande del pm Romano. Chi è Francesco Michienzi? L’uomo, 35 anni, pregidudicato fu coinvolto anche nell’ambito dell’operazione Medusa e, successivamente, ha poi deciso di collaborare con la giustizia. Michienzi, lo ricordiamo, è colui che con la sua testimonianza ha fatto riaprire il caso dell’omicidio dell’avvocato Torquato Ciriaco avvenuto il primo marzo 2002. Secondo Michienzi ad assassinare l’avvocato sarebbero stati Tommaso Anello e i fratelli Vincenzino e Giuseppe Fruci. Proprio il 21 aprile scorso il Pm Elio Romano ha chiesto al Gup Domenico Commodaro per i tre, l’ergastolo. La prossima udienza del processo sull’omicidio Ciriaco è stata fissata per il 14 luglio. Oggi, Michienzi testimonierà in riferimento ai fatti connessi alla figura di Fausto Gullo.

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La cosca era vicina ai Torcasio di Lamezia

“Faccio parte della cosca Anello-Fruci fin dall’età di 17 anni. La cosca è vicina ai Torcasio di Lamezia. Il capo era Rocco Anello detenuto e suo fratello Tommaso. Noi ci occupavamo di rapine estorsioni… e reati criminali tipo omicidi, traffico droga, danneggiamenti. Il nostro territorio andava dal bivio (Angitola, ndr) alla zona Ex Sir. Per quel che mi riguarda avevo rapporto diretto con Anello Tommaso, Rocco e i fratelli Fruci”. Così ha esordito Michienzi mentre alla domanda del pm se ne facesse parte anche Santo Panzarella, poi ucciso e fatto “sparire”, Michienzi ha risposto: “si, ne faceva parte anche Santino Panzarella e altri ragazzi come me… eravamo un gruppo negli anni 2000”. Dopo aver solo nominato gli omicidi Panzarella, Cracolici e Ciriaco, Michienzi è sceso nei dettagli dei rapporti con i Torcasio. “I rapporti in particolare li avevamo con Nino Torcasio della cosca, erano rapporti più stretti. Facevamo gestione di stupefacenti con un altro gruppo legato ai Torcasio, i Gualtieri. Facevamo intimidazioni.. furti.. io non prendevo soldi, ma so che li mandavano ad Anello, si dividevano parte delle estorsioni”.

Rapporti inclinati con i Torcasio dopo arresti 2002

Tali rapporti con la cosca lametina, però, Michienzi racconta “si sono inclinati dopo gli arresti alla fine del 2002 con l’operazione Tabula Rasa. I Torcasio  hanno preso le distanze da noi perché Rocco Anello gli ha negato delle armi che servivano a loro per colpire i Giampà”.Nel carcere di Palmi ci siamo avvicinati a famiglia Giampà. Dopo quell’episio Michienzi ha ricordato che arrivò “l’operazione contro gli Anello.  Nel carcere di Palmi hanno incontrato alcuni arrestati dell' operazione precedente e li si sono chiarite alcune cose e ci siamo avvicinati alla famiglia Giampà. Io vengo poi arrestato nell’aprile del 2003”.

I rapporti con clan Giampà

Michienzi ha poi elencato alcune persone del clan Giampà con le quali era in rapporti: “Vincenzo il Camacio, Enzo Giampà; Giuseppe Giampà, i figli del professore, Vincenzo Bonaddio, e Giuseppe Chirumbolo”. Michienzi ricorda anche che “i Gualtieri erano pericolosi e andavano sistemati”. Nel dettaglio poi Michienzi ha ricordato la natura dei rapporti con il clan dei Giampà: “ci occupavamo di cessione stupefacenti. Andai a Soriano Calabro - ricorda poi - e portai marijuana a Camacio su ordine di Bonaddio Vincenzo”.

Rocco ha grado elevatissimo ma Tommaso non ha potenzialità del fratello

Alla domanda del pm se fosse stato battezzato, Michienzi ha risposto: “assolutamente no. Io i gradi non li so dire, solo che nel carcere di lLmezia nel 97/98, li dentro hanno battezzato Giuseppe Fruci (ne sono a conoscenza perchè me lo disse lui) che mi diceva anche che Anello Rocco ha un grado elevatissimo ma Tommaso non ha le potenzialità del fratello”.

Gullo ci riforniva a noi d’esplosivo

“Gullo Fausto 'u bombaru' - ha ricordato poi su specifica domanda Michienzi - costruisce fuochi d’ artificio e ci forniva a noi l’ esplosivo… lui faceva micce a lenta combustione. Fui io a presentarlo a Camacio  nel 2005”.

Bombe a ristoranti e villette a Pineta Mare

Michienzi ricorda poi come venne utilizzato l’esplosivo confezionato da Gullo “con Bmw blu andai a prendere l’esplosivo…ne abbiamo usate contro ristorante “la Riviera”; “la Conchiglia” a Torre Mezza Praia e nelle villette di Pineta Mare dove si spense la miccia a metà combustione”.

Bombe confezionate nei secchi di pittura

“Fausto Gullo - ricorda - usava dei secchi di pittura grandi dove all’interno posizionava la polvere e dei bulloni. Chiudeva e faceva una miccia lunga 20 cm ed aveva un dado da cucina che serviva a far rallentare la combustione. Facevano anche dei dispetti con bombe carta alle attività che pagavano i Torcasio”.

Ho deciso di collaborare perchè è una vita dove non c’è amicizia, ma tradimento

Alla domanda successiva del pm Romano sul perchè avesse deciso di collaborare Michienzi ha spiegato come "all’ inizio mettevo sullo stesso piano ‘ndrangheta e amicizia, poi mi sono accorto che non vanno messe sulo stesso piano. Dopo omicidio Panzarella Santo… che era insieme a noi… i Fruci erano un po’ invidiosi e s’è ucciso Panzarella per loro. Inoltre io ho subito un agguato nel 2002. Quella è una vita che non c’è amicizia, ma tradimento”.

L’esame di Michienzi si conclude mentre il controesame si svolgerà il prossimo 8 maggio insieme all’esame del collaboratore Luca Piraina. Il processo è stato poi momentaneamente sospeso in attesa del controesame di Francesco Vasile.

 

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