Catanzaro - Due condanne all’ergastolo, una a 28 anni e un’assoluzione. Ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado il procuratore generale Raffaella Sforza nell’udienza del processo scaturito dall’operazione “Perseo” che riguarda quattro omicidi compiuti a Lamezia tra il 2005 e il 2010. Chiesto, quindi, l’ergastolo per Vincenzo Arcieri e Franco Trovato, chiesti, invece, 28 anni per Antonio Voci e l’assoluzione per Giancarlo Chirumbolo. Il pg ha, quindi, confermato il quadro accusatorio emerso nel processo di primo grado. È stato chiesta, inoltre, l’acquisizione di alcuni verbali illustrativi del collaboratore di giustizia Angelo Torcasio. Il processo è stato rinviato a marzo quando si procederà con le discussioni degli avvocati e, poi, nelle successive udienze, con la lettura la sentenza. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ferraro, Marchese, Gambardella, Staiano, Torchia e Galeota.
Per loro le accuse erano quelle di aver avuto un ruolo in questi omicidi: Vincenzo Arcieri avrebbe portato Pietro Pulice sul luogo dove poi è stato ucciso nell’ottobre del 2005, Franco Trovato avrebbe dato il suo magazzino come base ai killer dell’omicidio di Giuseppe Chirumbolo del 31 marzo 2010, Antonio Voci avrebbe messo a disposizione l’auto per l’omicidio di Nicola Gualtieri “coccodrillo” (morto in seguito ad un agguato nel novembre 2010), mentre per Giancarlo Chirumbolo, l’accusa è di aver fatto da specchietto per l’omicidio di Bruno Cittadino compiuto a Lamezia nel luglio del 2008 in via Duca D’Aosta. In particolare, per quanto riguarda la posizione di Giancarlo Chirumbolo, il pubblico ministero, nel processo di primo grado, aveva sostenuto come, a parte Giuseppe Giampà, che ha parlato del coinvolgimento di Chirumbolo nell’omicidio di Bruno Cittadino come colui che aveva mandato il messaggio per avvisare, e Francesco Vasile che ha riferito di un suo coinvolgimento, nessun’altro collaboratore abbia parlato dell’imputato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
