Potenza - Al termine di una camera di consiglio durante circa 8 ore, il giudice Rosario Baglioni ieri ha emesso la sentenza nell'ambito del "Petrolgate" sulle estrazioni in Basilicata su un presunto smaltimento illecito di reflui petroliferi. Condannata l'Eni per traffico illecito di rifiuti a una sanzione amministrativa di 700mila euro e alla confisca di circa 44,2 milioni di euro, da cui sottrarre i costi già sostenuti per l’adeguamento degli impianti. Condannati per traffico illecito di rifiuti: Ruggero Gheller, già direttore del distretto meridionale Eni, (condannato a 2 anni) Enrico Trovato, Roberta Angelini, Vincenzo Lisandrelli,( 1 anno e 4 mesi) Nicola Allegro e Bagatti Luca (anni 2) , dirigenti Eni. Condannato a un anno e sei mesi di reclusione l'ex dipendente della Regione Basilicata, Salvatore Lambiase. Il Tribunale ha inoltre condannato i sette imputati e l'Eni, in solido, al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, da liquidarsi in separata sede, per 278 parti civili. Sono stati assolti 27 imputati, ed esclusa la responsabilità per nove società, assolte per mancanza di prova dell'illecito amministrativo. Tra gli assolti anche alcuni calabresi tra cui Salvatore Mazzotta, Rocco Aversa e Antonio Curcio (difesi dagli avvocati Antonio Larussa e Angelo Calzone) e poi Giuseppe Fragomeni, Maria Rosaria Bertucci e Vincenzo Morise. Esclusa la responsabilità - tra le altre - anche per le aziende calabresi Ecosistem, Iam e Consuleco.
Il cosiddetto “Petrolgate” scaturito da un'inchiesta del 2016 aveva due filoni d'inchiesta: il traffico illecito di rifiuti dal Cova di Viggiano all’impianto Tecnoparco di Pisticci e i lavori di realizzazione del Centro oli Tempa Rossa della Total a Corleto Perticara, sempre nel potentino. Inizialmente era stato aperto anche un terzo filone d’inchiesta sul progetto di stoccaggio del petrolio lucano in Sicilia, trasferito a Roma per competenza territoriale e poi archiviato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
