“Quinta Bolgia”, il collaboratore Torcasio: Champagne e dolce invece del conto per un funerale

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Lamezia Terme – Una bottiglia di champagne “Dom Pérignon” e un dolce anziché il conto per un funerale. È contenuto anche questo episodio negli atti dell’operazione “Quinta Bolgia” che il 12 novembre scorso ha portato all’arresto di 22 persone tra Lamezia e Catanzaro con al centro quella che è stata definita negli atti d’inchiesta, una vera e propria “guerra all'ultimo funerale” tra due gruppi di onoranze funebri: Putrino e Rocca.  Per il Gip Barbara Saccà “La "concorrenza" tra i Putrino e i Rocca è solo di facciata” perché come emerge dalle indagini, scrive ancora il Gip nell’ordinanza “entrambe le società sono riferite agli Iannazzo e la cosca madre trae beneficio dalla "lotta al funerale" che un'impresa intraprende sull'altra, perché tale dinamica pseudo concorrenziale è la garanzia per assicurare alla cosca madre l'accaparramento della quasi totalità dei servizi di onoranze funebri e di assistenza sanitaria nel territorio di dominio della cosca”.  A raccontare un particolare episodio alla Polizia giudiziaria, è uno dei collaboratori di giustizia che ha dato manforte agli inquirenti nel ricostruire, attraverso le fonti indiziarie offerte dall'Ufficio di Procura, i rapporti tra i due gruppi imprenditoriali. Sul punto è intervenuto anche uno dei primi collaboratori di giustizia delle cosche di Lamezia, Angelo Torcasio alias‘Porchetta’, che prima della scelta di collaborare con la giustizia, avvenuta nel 2011, è stato un esponente di spicco della cosca Giampà sin dal 2004. 

Negli atti d’inchiesta si legge, infatti, che “La vicinanza dell'imprenditore Putrino Pietro alla cosca Iannazzo è stata confermata anche dal collaboratore Torcasio Angelo, in sede di interrogatorio effettuato in data 20.02.2014 presso gli uffici del GICO. Infatti, in tale occasione il Torcasio, nonostante evidenzi di non essere a conoscenza di eventuali rapporti d'affari tra Putrino Pietro e il capo cosca Iannazzo Vincenzino, racconta l'episodio di un funerale che lui stesso, per il tramite di Provenzano Antonio, commissionò a Putrino Pietro, il quale poi si rifiutò di ricevere il relativo corrispettivo, sostenendo che avrebbe sistemato la vicenda con Iannazzo Vincenzino”. 

Alla Polizia Giudiziaria Angelo Torcasio racconta l’episodio di un funerale che bisognava fare. Il fatto sarebbe accaduto nel 2009: “[…] Visto che io ero intimo amico con Iannazzo, quando abbiamo fatto fare il funerale, io ho chiamato a Provenzano dicendo che mi serviva Pietro Putrino per fare 'sto funerale, da Milano la dovevano portare qua e poi il funerale, poi è intervenuto lannazzo, sapendo che mi interessava a me, è venuto Putrino dicendo che tutto il pagamento se l'è vista lannazzo in quanto erano in buoni rapporti. Però dei business loro non sono a conoscenza”. Il funerale che bisognava fare era quello della mamma di un suo affine nonché sorella di un affiliato della cosca Giampà, sottolinea il collaboratore nell’interrogatorio. Dopo essersi messo in contatto con Putrino e trasferita la salma da Milano. È a questo punto che Angelo Torcasio rispondendo alle domande della Polizia giudiziaria, dice “[…] Come, infatti, poi il funerale non me l’ha fatto neanche pagare perché per il conteggio, pure che c’era G. ma lui all’epoca si trovava a Milano, che poi è sceso, ho chiamato Putrino, mi ha portato il conto a casa mia. Quandomi ha portato il conto, invece lui mi ha portato una bottiglia di champagne e un dolce dicendo che il conto era tutto a posto, che quello era un pensiero suo, che se la vedeva con lo cu’ Vicienzu […]”. 

Invece che richiedere il pagamento, quindi, Torcasio rivela che gli venne portato a casa champagne e dolce senza nessuna richiesta di pagamento. Torcasio racconta poi anche un'altra circostanza di un “battibecco” che avrebbe avuto con Putrino. “[…] Perché io ho avuto due funerali in famiglia e abbiamo sempre pagato e quindi non volevo che magari persona vicino alla mia famiglia, il funerale veniva pagato da altre persone. Però lui non se li è voluti prendere i soldi, gli ho dato 4000 euro per il funerale, però non se ... gli ho detto: "Mi trattate però ve li pigliate"; "No, no - mi ha detto - se me li piglio, poi Iannazzo a me mi fa un casino, lasciami stare, veditela con lui" mi ha detto. E poi, in secondo tempo gli ho fatto un dovere a Pietro Putrino, gli ho mandato una porchetta, da bere, di un valore di 1.000 euro per ringraziarlo”.Torcasio, però, precisa ancora alla Polizia Giudiziaria, di non sapere poi se effettivamente Vincenzino Iannazzo ha saldato il conto. L'episodio è stato effettivamente riscontrato, si denota negli atti d’inchiesta, a seguito di attività di polizia giudiziaria e posta in essere dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Pavia, sub delegata dal Gico.

R.V.

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