Traffico rifiuti e riciclaggio rame rubato, 5 arresti a Cosenza

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Cosenza - Cinque persone sono state arrestate dal Corpo forestale dello Stato che ha anche sequestrato un'impresa che gestisce un'attività di rottamazione a Zumpano, nel consentino. I cinque sono stati arrestati in esecuzione di un'ordinanza del gip distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore e sono accusati di traffico illecito di rifiuti, ricettazione e associazione a delinquere. Nel corso delle indagini gli agenti del Corpo forestale avrebbero accertato che la ditta smaltiva illegalmente ogni tipo di rifiuto e non solo quelli derivanti dalla rottamazione. Inoltre i cinque avrebbero riciclato materiale rubato quali cavi di rame. La ditta era stata sottoposta a controllo già lo scorso anno.

La ditta è stata sequestrata e sono stati posti agli arresti domiciliari: S.L, di 35 anni, E.L. 30 anni, F.C.L. 29 anni, M.T.L 37 anni e S.L. 35 anni. Divieto di dimora a Zumpano per A.B. 38 anni.

Migliaia di tonnellate di rifiuti smaltite illegalmente

Migliaia di tonnellate di rifiuti venivano smaltite illegalmente e senza alcun trattamento da parte della ditta "Euro Rottamazioni" in contrada Padula a Zumpano. L'operazione denominata “Efesto" è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro ed eseguita dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato. Sono state smantellate una rete di raccolta illegale di rifiuti e una centrale di ricettazione e riciclaggio di cavi e manufatti in rame di provenienza furtiva il cui giro d'affari e' stato stimato dagli investigatori in oltre 1.500.000 euro. Le indagini del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del comando provinciale di Cosenza hanno portato anche all'emissione di un divieto di dimora nel Comune di Zumpano, per una sesta persona e alla denuncia a piede libero per altre cinque. Agli indagati sono stati contestati i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, ricettazione aggravata e associazione per delinquere. L'indagine condotta dal Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro Pierpaolo Bruni e dal Sostituto Procuratore Antonio Cestone della Procura di Cosenza, coordinati dal Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e dal Procuratore Aggiunto della Procura di Cosenza Marisa Manzini è durata diversi mesi ed ha permesso di interrompere una attività illecita di smaltimento di rifiuti pericolosi e non.

I rifiuti e i cavi in rame venivano conferiti alla ditta, in particolare da tre rumeni che fungevano da collettori con una pluralità di persone della stessa nazionalità e la ditta stessa. In altri casi i rifiuti venivano conferiti direttamente all'interno del piazzale della ditta. Il rame, sia pulito che bruciato, introdotto al suo interno, quantificato dagli investigatori tramite attività di videosorveglianza e intercettazioni in oltre cento tonnellate, veniva sigillato all'interno di alcuni container per poi essere caricato a bordo di mezzi e occultato sotto altri tipi di rifiuti per essere poi inviato in Puglia, Campania e Basilicata insieme ad altri tipi di rifiuti. Gli spostamenti, che avvenivano con frequenza, sono stati monitorati anche attraverso rilevatori satellitari montati dagli uomini della Forestale. Ogni tipo di rifiuto veniva introdotto all'interno del cantiere della ditta. Batterie esauste al piombo, oli esausti di veicoli, elettrodomestici, cartellonistica stradale, lampioni, veicoli fuori uso e rifiuti ferrosi di ogni tipo e finanche una carrozzina per disabili.

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