Tragedia nelle gole del Raganello: 10 il bilancio delle vittime - VIDEO

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Civita (Cosenza) - Sono andate avanti per tutta la notte le attività di ricerca nella zona delle Gole del Raganello, che si trova nel cuore del Parco nazionale del Pollino, teatro della tragedia di ieri, quando un gruppo di persone in escursione è stata travolta da un'onda di piena del torrente anche per le acque cadute copiosamente nei giorni scorsi e per le intense precipitazioni verificatesi nelle ultime ore. Nella notte una delle persone rimaste ferite gravemente è deceduta nell'ospedale di Cosenza in conseguenza di un trauma toracico. Intanto, sarebbero 10 i morti accertati nelle Gole del Raganello, e non 11 come era stato reso noto in precedenza. La protezione civile regionale, infatti, ha rivisto il numero delle vittime. A causare l'errore, secondo il capo della protezione civile regionale Carlo Tansi, "è stata una sovrapposizione di informazioni nel corso della notte". "La difficoltà ad avere un quadro chiaro di chi manca all'appello è dovuta al fatto che gli escursionisti erano in gruppi sparsi” - ha precisato il capo della Protezione civile calabrese Carlo Tansi. “Molte segnalazioni sono pervenute nella notte al nostro numero verde. Tutte le vittime sono state identificate e, al momento, le persone ricoverate sono undici e si trovano negli ospedali di Castrovillari quelli meno gravi e di Cosenza quelli più gravi (cinque) e uno a Rossano. Le ricerche non si sono mai interrotte e sono andate avanti tutta la notte. Con la luce del giorno è più facile procedere". Per quanto riguarda i tre dispersi sono stati rintracciati in un altro punto rispetto a quello dove è avvenuta la tragedia e sono in salvo. "Al 99,9% non ci sono più dispersi tra le persone coinvolte dalla piena del torrente Raganello". A dirlo è stato il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, assieme al prefetto di Cosenza Paola Galeone, al termine della riunione del Comitato per l'ordine pubblico che si é svolta nel municipio di Civita.

I corpi di tre persone sono stati trovati a monte del torrente, mentre altri, che erano già stati individuati, si trovavano a valle del Ponte del Diavolo, al termine di un chilometro di torrente che è il più praticato dai turisti. E proprio in quella zona i vigili del fuoco, insieme al Soccorso alpino, operano in gole larghe 3-4 metri con pareti alte 4-500 metri per cercare i dispersi. Diverse le persone recuperate in buone condizioni. Le ricerche, che sono andate avanti tutta la notte, continueranno anche nella giornata di oggi. La palestra comunale di Civita da ieri sera sta accogliendo le salme delle vittime che sono state tutte identificate. Una folla commossa si è raccolta davanti alla struttura dove si è svolto il riconoscimento da parte dei congiunti. All'esterno della palestra prevale il silenzio, rotto solo dalle urla di disperazione di alcuni dei congiunti presenti.  Sei le donne morte, quattro gli uomini e tra le vittime c'è anche una ragazza di 14 anni

E' stata trasferita nella notte in eliambulanza nell'ospedale Cardarelli di Napoli, la bambina rimasta ferita ieri per l'onda di piena nelle Gole del Raganello. La decisione è stata presa in considerazione della gravità delle sue condizioni, dovuta all'ingestione di fango e sabbia. "Era semicosciente ma in evidente stato di choc. L'abbiamo trovata accanto ad un cadavere e da quello che ho saputo in seguito, quasi certamente i genitori sono tra le vittime", ha raccontato il dirigente medico dell'elisoccorso regionale Calabria Pasquale Gagliardi, che l'ha soccorsa. Per lo stesso motivo è ricoverata nel reparto rianimazione dell'ospedale di Cosenza la 24enne di Trebisacce, salvata ieri dai soccorritori. Gravi sono anche quattro uomini politraumatizzati. Sulla regione di provenienza dei feriti, così come delle vittime, ancora c'è incertezza, visto che praticamente nessuno aveva con se documenti di identità dal momento che si erano recati a percorrere a piedi un torrente. 

“E' arrivata una valanga d'acqua all'improvviso. Non abbiamo avuto il tempo di fare nulla. Sono stato davvero fortunato”. Un escursionista olandese, con una vistosa benda in testa, racconta in lacrime la terribile esperienza alle gole del Raganello, nel Parco del Pollino. “Una cosa incredibile, l'inferno”, aggiunge in un buon italiano. "Sono davvero senza parole e piango le persone che non sono riuscite a salvarsi".

Due gruppi investiti dalla piena del Raganello si sono trovati purtroppo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lì ci sono corte, e cioè vie attrezzate, e marmitte, vasche di accumulo dell'acqua, e questo ha creato i maggiori problemi”. Lo ha detto Emanuele Pisarra, guida ufficiale del Parco nazionale del Pollino, tra i primi soccorritori giunti sul luogo del disastro. "Quella - ha aggiunto - è la parte più difficile e impegnativa del percorso, ma anche la più bella. C'è da dire però che con la pioggia e con l'ingrossamento improvviso del torrente, tutto questo rischia di trasformarsi in qualcosa di letale. Non voglio nemmeno pensare se una situazione del genere si fosse verificata a Ferragosto, quando sul Raganello c'erano circa 650 persone o un sabato. Temo che, in quel caso, ci sarebbe stata un'ecatombe. Adesso qualcuno dovrà pure rispondere di quanto è accaduto”. "Stavamo lavorando assieme alle altre comunità (San Lorenzi Bellizzi, Cerchiara, Francavilla e con il supporto del Parco nazionale del Pollino) per poter regolare l'accesso alle gole del Raganello, ma oggi quello che è centrale per me è pensare alle vittime, ai feriti e ai loro familiari". Lo ha detto il sindaco di Civita Alessandro Tocci. "Domani - ha aggiunto Tocci - ci dovremo mettere attorno ad un tavolo per stabilire quello che si dovrà fare. Quello che pesa in questa circostanza è la perdita delle persone".

Soccorso alpino: "Piena é stata un vero e proprio tsunami"

"La piena di ieri nelle gole del Raganello è stata un vero e proprio tsunami". Lo dice Giacomo Zanfei, vicepresidente del Soccorso alpino Calabria. "Fare attività di soccorso nel Raganello - spiega Zanfei - è molto difficile. È un'attività complessa. Le guide del Raganello sono persone bravissime, specializzate, di alto livello, non sono improvvisate, pertanto nessuno va criminalizzato. Sono eventi che capitano una volta nella vita. Le operazioni continueranno per la bonifica. Fino a quando non avremo la certezza che nelle gole non ci sarà più nessuno, continueremo a cercare". Intanto  è stato ispezionato, ma senza esito, dal Ponte del diavolo fino al mare il torrente Raganello. Squadre del Soccorso alpino sono state in azione tutta la notte, fino a stamani, per controllare il torrente palmo a palmo, dal luogo della tragedia sino al mare, nell'ipotesi che alcuni corpi potessero essere stati trascinati a chilometri di distanza. A riferirlo è il responsabile del Soccorso alpino calabrese Luca Franzese. "Adesso - ha spiegato Franzese - le ricerche si stanno concentrando nel tratto a monte del Ponte del Diavolo, il più difficile con una gola larga 4-5 metri e pareti rocciose di 4-500 metri. Le squadre procedono a piedi in acqua, superando cascate e rocce".

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