Ucciso titolare di una macelleria a Simeri Crichi, 4 arresti tra Calabria e Lombardia - VIDEO

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Botricello (Catanzaro) - Sono quattro le persone arrestate per l'omicidio di Francesco Rosso, il 34enne macellaio di Simeri Crichi ucciso, in pieno giorno, il 14 aprile 2015 nella macelleria di famiglia di Simeri mare. I carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, supportati da personale dell'Arma di Lecco, hanno eseguito, a Botricello e Lecco, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 4 persone accusate di concorso in omicidio aggravato. Secondo l'accusa sarebbero i responsabili dell'omicidio del commerciante di carni Francesco Rosso, ucciso a Simeri Crichi il 14 aprile 2015 con tre colpi di pistola mentre stava lavorando nella macelleria di famiglia. In manette, con l'accusa di omicidio aggravato in concorso e detenzione e porto di arma da fuoco, sono finiti: Danilo Monti, 27 anni, residente a Cerva e domiciliato a Lecco, considerato l'autore materiale del delitto; Gregorio Procopio, 56 anni, residente a Botricello; il figlio, Antonio Procopio, 31 anni, di Botricello; il genero, Vincenzo Sculco, 30 anni, residente ad Andali. I tre componenti della famiglia Procopio avrebbero garantito l'appoggio logistico per il delitto, effettuando diversi pedinamenti e controlli, verificando il posizionamento delle telecamere di videosorveglianza della zona e procurando anche una delle autovetture utilizzate per compiere il delitto. I quattro avrebbero effettuato insieme un ultimo sopralluogo pochi minuti prima dell'omicidio, quindi Monti sarebbe tornato da solo a bordo dell'auto intestata al padre.

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francesco_rosso.jpgIl giovane ucciso il 14 aprile del 2015

 

Inquirenti: “Svolta da dettaglio" 

Da una macchina all'apparenza insignificante fino all'individuazione dei responsabili di un omicidio eclatante, quello del macellaio Francesco Rosso, assassinato nel suo esercizio commerciale a Simeri Crichi il 14 aprile 2015. A ricostruire i dettagli dell’operazione odierna che ha portato all'arresto di quattro persone ritenute coinvolte nell'efferato delitto sono stati, in una conferenza stampa, il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, il sostituto procuratore, Vincenzo Capomolla, il nuovo comandante provinciale del Reparto operativo dei carabinieri, Giuseppe Carubia, e il comandante della Compagnia dell'Arma di Sellia Marina, Alberico De Francesco. Gli investigatori hanno illustrato le fasi di un'inchiesta che, per il momento, ha fatto luce - è stato precisato nell'incontro con i giornalisti - sull'esecuzione materiale dell'omicidio di Rosso e sui presunti responsabili, alcuni dei quali - hanno spiegato poi gli inquirenti - avrebbero avuto anche frequentazioni con esponenti di cosche di 'ndrangheta attive sulla costa jonica a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone e nella Presila catanzarese. Il procuratore Gratteri ha spiegato: “Pensavamo di non riuscire a risolverle questo omicidio ma i carabinieri non hanno mai mollato, sono stati determinanti e costanti e malgrado il tempo trascorso anche noi abbiamo deciso di investire nelle indagini. C'era un filo d'Arianna, che tuttavia - ha rimarcato Gratteri - non bastava per arrivare a un'imputazione così pesante qual è quella di omicidio, ma attraverso videoriprese e intercettazioni ambientali i carabinieri e i miei colleghi sono riusciti a dare una sequenza logica agli elementi via via acquisti. Alla fine è emerso un lavoro al quale ho dato l'ok perché mi è sembrato compiuto e abbastanza provato, perché presenta una puntuale ricostruzione della dinamica dell'omicidio e di elementi incontrovertibili sulle quattro persone arrestate”. 

Secondo il procuratore aggiunto Capomolla l'omicidio di Francesco Rosso “ha sconcertato l'opinione pubblica per le modalità, il luogo e il profilo della vittima, che non faceva pensare minimamente a contesti tali da giustificare un fatto del genere. Per questo le indagini si sono rivelate fin da subito complesse, ma bisogna dare atto della grande capacità investigativa dei carabinieri, partiti da un piccolo dettaglio. Infatti il punto di avvio delle indagini è stata l'individuazione, la sera prima del delitto, di un'auto nei pressi dell'abitazione della vittima, e - ha sostenuto poi Capomolla - da qui poi, sopralluogo dopo sopralluogo, pedinamenti dopo pedinamenti di questa autovettura, che poi è stata utilizzata per l'agguato, e incroci telefonici, si è arrivati alla definizione del quadro degli esecutori”. Capomolla ha poi ulteriormente specificato che l'indagine culminata negli odierni arresti "riguarda soltanto l'esecuzione materiale del delitto Rosso e i personaggi coinvolti negli atti preparatori e materiali del delitto, anche se - ha detto il procuratore aggiunto - solo uno dei quattro è colui che ha materialmente sparato al macellaio. Possiamo poi riferire che questi soggetti sono stati interessati da frequentazioni con soggetti legati alla criminalità organizzata nell'area tra le province di Catanzaro e Crotone e dell'entroterra della Presila catanzarese”. Il comandante della Compagnia dei carabinieri di Sellia Marina, il capitano De Francesco, ha parlato di "omicidio non d'impeto ma frutto di premeditazione, preparato accuratamente nei minimi dettagli". Infine, il tenente colonnello Carubia, alla sua prima uscita pubblica quale comandante provinciale del Reparto operativo dell'Arma di Catanzaro, ha rimarcato “la guida autorevole della Procura alle nostre indagini e la capacità dei carabinieri di mettere insieme la conoscenza del territorio e le moderne tecniche investigative per arrivare all'operazione odierna"

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