Arriva in libreria "Mimì Capatosta", libro sul sindaco di Riace

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Roma - È un libro "che viene dal basso, partecipato", "Mimi' capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace", edito da Fandango, presentato oggi alla Camera dall'autrice, Tiziana Barillà, Chiara Sasso dell'Associazione dei Comuni solidali (Re.co.sol), dal deputato Pd Davide Mattiello e dallo stesso sindaco di Riace, Domenico (Mimmo) Lucano. "All'estremo sud d'Italia, ai piedi dell'Aspromonte, in piena Locride - scrive l'autrice - c'è il sindaco migliore del mondo: lui la chiama utopia della normalità. Iniziata nel 1998 cin il primo sbarco di curdi a Riace, da quando è sindaco il suo comune ha ospitato più di 6 mila migranti che hanno ripopolato la sua piccola cittadina. Un quarto dei suo concittadini non son o nati in Calabria: arrivano dall'Afghanistan, dal Senegal, dal mali, hanno rischiato la vita attraversando il Mediterraneo e a Riace hanno trovato una casa. C'è chi fa da traduttore e da mediatore culturale, chi si prende cura dei fiori e delle piante del centro storico, chi fa la raccolta differenziata con un carretto trainato da due asini, chi sta ripristinando una valle abbandonata per farne un allevamento di animali, chi si prende cura della pulizia della spiaggia. Un modello, quello di Riace, che è stato esportato in altri comuni e che nell'epoca in cui si alzano i muri appare non solo come una speranza ma come una reale alternativa economica".

"Più che un'opera che rivendica è un'opera che dimostra", ha detto oggi l'autrice durante la conferenza stampa. Lucano - che è sindaco dal 2004 - ha ripercorso gli anni in cui il fenomeno migratorio è diventato consistente sulle coste calabresi, l'energia che ha dato l'arrivo dei migranti, la creazione di una moneta locale, il fatto che tutta la comunità abbia partecipato all' inserimento dei nuovi arrivati. Ha anche criticato le recenti linee guida del Viminale per governare l'accoglienza: "spesso le linee guida vengono fatte da una cabina di regia che è lontana dalle realtà territoriali, mortificano il livello territoriale, non tengono conto delle difficoltà reali". "Se siamo qui - ha sostenuto il deputato Mattiello - è perché, pur con i nostri limiti, non abdichiamo allo sforzo di tenere quanto più vicine la giustizia e la legalità. Continueremo a cercare di cucire la prima nella seconda, facendo in modo che la legalità serva alla giustizia".

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