Ascanio Celestini al Lamezia Film Fest: "A teatro non imparo a memoria, mi basta conoscere delle storie"

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Lamezia Terme - "A teatro non imparo a memoria. Mi basta conoscere delle storie". È così che,  con poche e significative battute,  ha incantato la sala del Chiostro Caffè Letterario,  Ascanio Celestini,  ospite della quinta edizione del Lamezia Film Fest 5. Un accento romano di cui è difficile svestirsi, contrastato dalla dolcezza e dalla tranquillità della sua personalità, per niente apparente in atteggiamento da 'divo' di fronte a un pubblico, regalando un impatto semplice e ironico intriso di una profonda intelligenza. L'attore romano, regista cinematografico e drammaturgo,  considerato fra i più grandi del nostro tempo,  parla di cinema e di teatro, con un linguaggio accessibile a tutti,  ponendo attenzione alle evoluzioni di entrambi i mondi.  In Celestini persona e personaggio,  come direbbe bene Camilleri, stanno insieme in modo coerente,  affiatato.

A sedere vicino a lui,  un altro grande volto della tv degli anni '80, del cinema e del teatro,  Daniele Ciprì, regista e direttore fotografico,  più comunemente conosciuto per il duo con Franco Maresco "Ciprì e Maresco". Ha affiancato nomi di rilievo quali Franco Scaldati,  Mimmo Cuticchio,  Marco Bellocchio.  Si è parlato di dialogo e confronto,  fra i due ospiti del Lamezia Film Fest, dietro le domande di Gian Lorenzo Franzì,  Direttore Artistico.  "È sempre un confronto per me lavorare con registi come Bellocchio - dice - bisogna stare attenti perché il direttore fotografico è uno che lavora con le immagini altre,  c'è sempre un confronto con l'autore,  si cresce tantissimo, Celestini è un narratore per immagini, lui parla e vedi". 

E di Celestini, fra le altre sue  opere, riemerge sicuramente "La Pecora Nera", proiettata subito dopo l'incontro.  "Nel cinema le immagini le vedi proprio - dice Celestini - però non è così per lo spettatore, un uomo che cammina è sempre qualche altra cosa da un uomo che cammina. Nel cinema il segno è un'altra cosa, suggerisce altro.  L'immagine è qualcosa di più vivo,  pieno". Ancora sulla rilevanza del regista,  che non lavora mai da solo. "Una volta ho detto a Nanni Moretti che il regista è quello che conosce la visione generale ma è quello che ne sa meno,  ad esempio rispetto al direttore fotografico ecc". 

Cosa succede se il prodotto cinematografico va il tv? Parliamo dunque di Netflix. Per Ciprì "L'operazione di Netflix è avvincente, perché si può scegliere di stare a guardare un film a casa con una bella attrezzatura. Oggi le sale sono piene di cellulari accessi e pop corn. Netflix non è televisione, è produttore di cinema". Un'ultima sorpresa al pubblico,  un frammento di lettura con la voce di Celestini in Pasolini "Empirismo eretico,  1967" ,  e infine la premiazione con le due opere in ceramica consegnate dall'artista Antonio Pujia Veneziano. 

Valeria D'Agostino

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