"Calendario di Arte e Poesia 2019", 40 poeti selezionati da ogni parte d’Italia

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Catanzaro - Il “Calendario di Arte e Poesia” dell’Accademia dei Bronzi, giunto alla VIII edizione, rappresenta ormai un appuntamento annuale molto atteso. Lo testimoniano le numerose richieste di adesione che pervengono da tutta Italia all’associazione culturale catanzarese fondata e diretta da Vincenzo Ursini. E ciò perché il calendario, realizzato su carta di alta qualità, è diventato un efficace mezzo di diffusione dell’arte e della poesia dei nostri giorni perché viene distribuito gratuitamente anche nelle scuole che lo richiedono ufficialmente. Nei giorni scorsi l’associazione culturale catanzarese ha selezionato 40 poeti di ogni parte d’Italia i cui testi affiancheranno le opere pittoriche e accompagneranno per 365 giorni il nostro vivere quotidiano. La presentazione del Calendario si terrà il 15 dicembre, alle ore 10,30, nella sala delle culture di Tiriolo.

I poeti dell’edizione 2019 del Calendario sono: Aiello Franca (Torino) per la lirica “Primavera in un battito d’ali” attraverso la quale “la poetessa ci porge la meraviglia che sempre suscita l’arrivo della stagione più amata”; Alfano Anna (Napoli) per “Il poeta”. Per Alfano “è poeta solo chi è in grado di amare e di far palpitare le corde del cuore”; Barraco Antonina (Garbagnate Milanese) per “E scrivo ancora”, poesia “colma di apparente rimpianto per le tante parole donate, quelle scritte e quelle solo pensate”; Biasuzzo Sabina (Mestre) per la lirica “A Poem 16 - La neve”: un canto che si eleva come fiocco di neve per essere cristallo leggero che il vento solleva e scompone”; Bini Lorenza (Linite sull’Arno) per “Cielo d’ottobre”, “cielo pervaso da nuvole, uccelli neri pronti ad emigrare verso nuovi lidi, pioggia battente che imbevera campi e strade e riempie di tristezza il cuore”; Bocotti Massimo (Lodi) per la lirica “Sognando un mondo migliore” con la quale il poeta “esprime il desiderio di poter sognare l’esistenza di nuove terre governate dalla pace e dall’amore”; Brunasso Giuseppe (Santa Maria Capua Vetere) per la lirica “Tra le ortiche e le viole”, che esplora, con una pregevole stesura, “l’impotenza che avverte chi nulla può per sconfiggere il dolore e si aggira come fantasma nelle strette stanze dei ricordi”; Caione Donato (Cinisello Balsamo) per “Un velo di tristezza”: strofe delicate in rima alternata per esprimere la tristezza che avvolge nella sera l’animo del poeta il cui pensiero è rivolto ai lidi dai quali molti sono costretti a partire; Camellini Sergio per lirica “Luna, incantevole magia”, nella quale “la luna si fa protagonista di magia, portatrice di luce, di emozioni e di complicità”; Capillo Stellario (Catanzaro) per “Nei sotterranei della vita”, poesia nella quale “traspare, nettamente, la sensibilità del poeta, combattuto tra il dolore per una condizione umana vissuta nell’oscurità e il desiderio di rendersi portavoce di tale miseria”; Capria Francesco Saverio (Catanzaro) per “Aspettando la sera”:Lucida ed enigmatica la lirica propone scene di chi, con ansia, aspetta la sera con emozioni sempre diverse”; Casciello Marianeve (Torre Annunziata) per “Pellegrina nella vita”, poesia emblematica attraverso la quale la poetessa ricerca, nei colori del tramonto, fra le onde del mare, nelle sere cariche di pioggia e fra i ricordi, chi se n’è andato sospirando”; Chiappetta Angelo (Rende) per “Come le stelle”, una delicata similitudine stelle-amore che il poeta ci porge con versi efficaci per significare come entrambi siano portatori di luce e di gioia; Chiricosta Rosa (Firenze) per la poesia “Natale d’altri tempi”, attraverso la quale l’autrice canta la festività più amata dell’anno, il Natale cristiano; Ciervo Antonio (Trento) per “Lettere”: strofe intrise di pathos amoroso che il poeta dedica alle tante parole d’amore ricevute o forse scritte; Codamo Salvatore (Catanzaro) per “Uguaglianza”. Le eterne divisioni che pervadono l’umanità, sono evidenziate in un’unica strofa che il poeta (scomparso prematuramente) ci porge senza moralismi di parte”. Colicchio Maria Rosaria (Napoli) per “Estate”. È un’estate del cuore quella cantata dalla poetessa: il sole, il mare, le onde che baciano la sabbia, sono simili ai baci che riceve dall’amato e che riempiono il suo cuore di felicità; Côrbetta Carola (Cantù) per “Nelle mani, una lirica densa di significati che denotano grande sensibilità e riconoscenza per ogni germoglio che la terra ci dona.

E ancora: De Toffol Annalinda (Ospedaletto Euganeo) per “Sogni d’estate”,”un ricordo d’amore che si fa poesia, un sogno che continua a vivere nel cuore della poetessa che ripercorre gli stessi passi e ne avverte il profumo…”; D’Urso Marino (Bisceglie) per la lirica “Cielo d’autunno”, con la quale il poeta canta la grandiosità delle nuvole che sembrano sostenere il cielo. Strofe delicate ed immagini nitide dell’autunno”; Ferrara Iolanda Erminia per “Il pianoforte”, poesia dai toni delicati, soffusa da un tenero ricordo: un pianoforte che improvvisamente inizia a suonare, come risvegliandosi da un sogno; Fratto Nuccia Parrello per la lirica “Commiato”,  intimo colloquio con quanti abbiamo amato e che ci hanno lasciato”; Gentile Ela (Gragnano) per “Ora lo so”: strofe che scivolano sulle ali del ricordo di un amore che non è più e per questo si converte in dolore; Guadagno Teresa (Acquara), per “Il cuore”, versi dedicati al cuore che cantano la voce così pura da essere spesso incomprensibile; Lepera Massimiliano (Catanzaro), per la lirica “Nichilismo nella quale l’angoscia esistenziale sfoga in un grido, in un affanno in un pianto inconsolabile”; Lubrano Rosella (Melazzo) per “Ti amo, mio autunno”, un inno all’autunno, ma principalmente un inno alla natura che ci riporta insieme ai suoi profumi e colori, al calore del focolare; Manca Marinella (Milano) per “Spiaggia antica”, poesia carica di nostalgia per un luogo caro: la spiaggia, nel suo più ampio significato di porto e rifugio; Melis Maria Teresa (Trescore) per “... Ed ecco il mare!”, qui l’acqua, fonte di vita, refrigerio ad ogni fatica, culla che ci nutre, è la stessa acqua che ci un giorno ci sommergerà. Misasi Francesca (Vicenza) per Cercami”, poesia che la poetessa, quasi come preghiera, rivolge all’amato. Cercami… ovunque, nel sole che tramonta, nel sorriso che cancella ogni pianto, ma soprattutto, cercami nel tuo cuore; Morabito Caterina (Montepaone) per “Primavera”, Quattro strofe che rendono omaggio ad una stagione tanto amata, la Primavera, che la poetessa ci porge in tutto il suo fulgore; Paceschi Emanuele (Vallefoglia) per Le timide ragioni”. Per il poeta “l’amore non ha prezzo e non deve temere le inevitabili delusioni di chi giudica con un metro diverso da quello del cuore”. Palazzesi Gianni (Appignano) per “Come mio padre”,  lirica dedicata alla gioia di chi comunica con orgoglio che sarà padre… Un connubio di emozioni che si ripetono da una generazione all’altra. Panetta Rosita (Torino) per “Silenzi”, lirica che si snoda in un’altalena continua di emozionanti versi, carichi di richieste amorose… Regalami silenzi… silenzi che inondino come pioggia”; Pedatella Rocco (Trezzano sul Naviglio) per la lirica Tu che faresti, nonno?”, attraverso la quale il poeta immagina un colloquio che si svolge fra nonno e nipoti che lo invitano a giocare, a scegliere l’età che preferirebbe avere”. Ranieri Anna Rachele (Terzigno) per Le orme”: strofe pregnanti di significato e che ricordano le impronte che lungo il cammino della vita restano sul terreno; Rinforzi Lolita (Assisi) per “Lucciole: nei palpiti del cuore delle lucciole che riempiono il cielo all’improvviso, il cuore della poetessa riconosce la stessa luce della vita”; Rizzo Valentina (Racale) per Garofani”. Strofe eleganti e dolorose che affiorano nell’immagine dei garofani che la poetessa sveste mentre ripensa al tempo trascorso con l’amato, alle parole, ai baci, ai suoni che non si ripetono più…; Tagliani Caterina (Sellia Marina) per la poesia Notte di mistero”. È una notte misteriosa, questa, una notte carica di immagini nelle quali è possibile ravvisare il poeta vagabondo che sospirando è in cerca della sua lira; Talarico Maria Teresa (Botricello) per Amore di eterno si”: poesia che la poetessa, protagonista del suo meraviglioso sogno d’amore, dedica a se stessa e nel contempo a chi ama e ogni giorno la rende felice. Taverniti Cosetta (Pazzano) per “Mi sussurra l’estate”. L’estate della poetessa appare sospesa tra la brezza del mare e il dolce suono di un violino che sembra dettare la musica da scrivere.

Oltre i 40 selezionati l’Accademia dei Bronzi ha inteso segnalare la poesia “Sogno” di Rosy Angotti, una composizione “carica di struggente rimpianto per un cielo che, come il cuore che sempre spera il ritorno dell’amato, piange e col suo pianto irrora prati e torrenti preparando un fertile terreno alla primavera”.

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