Concluso progetto Transparency, “Buone pratiche di legalità da Lamezia all’Europa”

buone-pratiche-legalita.jpg

Lamezia Terme - “Si chiamano diritti perché non devono essere comprati”, questo uno degli slogan proposti dai ragazzi dell’ITIS “Leonardo Da Vinci” e dell’IPSIA coinvolti nel progetto “Transparency”, patrocinato da Transparency International Italia – Associazione contro la corruzione, che ha visto la partecipazione in Italia anche di un istituto superiore di Milano e di altri quattro istituti in Slovenia e Ungheria. Sono stati presentati dai ragazzi lavori in formato video, un poster, un articolo, il resoconto di un processo simulato e una gradevole performance musicale. Il tutto attorno a un tema scottante e attuale che, come ricordato da Mascaro, “coglie l’essenza di priorità che sono assolute nel nostro territorio”. Un territorio nell’amministrazione del quale è assolutamente necessario impedire favoritismi di qualsiasi genere, ragione che ha spinto il sindaco ad evitare negli ultimi 11 mesi l’assegnazione a privati della gestione di beni di proprietà comunale in attesa del varo di un apposito regolamento.

buone-pratiche-legalita.1.jpg

Un territorio cui appartengono alcune delle figure chiave di spicco dell’antimafia: il giudice Ferlaino, Salvatore Aversa e Lucia Precenzano, ma anche gli innocenti Tramonte e Cristiano. Figure che Maria Teresa Morano - ospite dell’incontro per portare la propria testimonianza di denuncia alle estorsioni -  definisce modelli più che eroi, termine che tende ad allontanarli troppo dall’esperienza quotidiana di ognuno di noi. Modelli di responsabilità individuale, come tutti coloro che scelgono di ribellarsi – lungo l’elenco dei nomi: Miscimarra, Palmieri, Cittadino, Mangiardi, Fusto. Presente all’incontro anche don Giacomo Panizza, che racconta l’esperienza della serrata dopo il rogo dello stabile dei Godino, l’opera anti-corruzione dello sportello di “Pensieri e Parole” nel palazzo confiscato di località Capizzaglie, la raccolta firme per il varo della Legge che toglie case e terreni ai mafiosi e ai corrotti (dove la parola “corrotti” è stata però revocata in Parlamento). “Sono ancora qui a parlarvi solo grazie alle intercettazioni - dice Panizza – avevano programmato di uccidermi già nel 2001. I mafiosi hanno un sacco di soldi, case, terreni. Tutto tranne la libertà. Tutto tranne la felicità”.

Giulia De Sensi

buone-pratiche-legalita.2.jpg

buone-pratiche-legalita.4.jpg

buone-pratiche-legalita.5.jpg

© RIPRODUZIONE RISERVATA