Lamezia: Associazione Altrove organizza incontro su ‘processo Lesbia’

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Lamezia Terme – E’ stato riproposto dall’associazione culturale ‘Altrove’, di Anna Cardamone presso l’anfiteatro dedicato al giovane scomparso Lello Cardamone l’incontro: “Il processo a Lesbia” ideato da Giuseppe Notaro. A essere illustrata è la tormentata storia d’amore fra Lesbia e il poeta latino Caio Valerio Catullo. Il dottor Notaro si è rivolto al pubblico presente, nella funzione di giuria, in modo che esprimesse tramite delle schede se condannare o assolvere la donna dall’accusa di infedeltà, naturalmente, dopo  aver ascoltato le arringhe di accusa e di difesa. Allo spoglio delle schede Lesbia è assolta all’unanimità, così, dopo 2000 anni, è resa giustizia a Lesbia (il cui vero nome è Clodia) sorella del tribuno Clodio e moglie di  Quinto Metello Celere. Secondo la fantasia di Notaro il primo incontro fra Lesbia e Catullo (appartenente a una famiglia agiata) fu nella villa del poeta, costruita sulla costa meridionale del lago di Garda. Notaro fa l’avvocato della difesa e dell’accusa, spiega perché Lesbia doveva essere assolta o condannata: “Perché Catullo sosteneva che Lesbia dovesse essere fedele a lui non essendo nemmeno suo marito ma solo per avergli giurato eterno amore in momenti particolari durante i quali, come scrive in carme, «ciò che una donna dice all’amante bramoso lo si deve scrivere sul vento e sull'acqua che scorre via». Inoltre, afferma Notaro nelle sue vesti di avvocato: “Come il poeta poteva pretendere fedeltà dato che lo stesso Catullo, ebbe un’altra relazione con un giovinetto romano di nome Giovenzio e non solo?”. “Su Lesbia conosciamo quello raccontatoci da Catullo sia in positivo e sia in negativo. Ma, di sicuro, senza l’amore della donna, il poeta latino non avrebbe steso i suoi carmi diventando un rappresentante della scuola dei “poeti nuovi”.

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