Lamezia, convegno di Croce Rossa e Aiga sui vaccini: "Prevengono la morte di 2,5 milioni di persone ogni anno"

vaccini-ok.jpg

Lamezia Terme - Un tema di grande attualità, sul quale ancora non mancano pareri discordi, quello scelto dalla Croce Rossa Italiana – Comitato di Lamezia Terme, che in collaborazione con Aiga (Associazione Italiana giovani avvocati) ha promosso l’incontro pubblico dal titolo “I vaccini e il diritto alla salute” . Al tavolo dei lavori, moderati da Nadia Donato e introdotti dalla presidente del Comitato, professoressa Teresa Ferrise, il presidente di Aiga – Lamezia, avvocato Giuseppe Borrello e i due docenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, professor Carlo Torti e professor Tullio Barni, rispettivamente afferenti alle cattedre di Malattie Infettive e Anatomia Umana.

I relatori hanno affrontato il tema sotto tutte le sfaccettature : legale, sanitaria, psicologica, ovvero relativa alla percezione del rischio. Il tutto a partire dal noto decreto Lorenzin,  che rispondeva agli scetticismi portando a 12 i vaccini obbligatori per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e comminava pene pecuniarie fino a 7.500 euro con possibile perdita della potestà genitoriale. Il decreto, successivamente mitigato – con numero dei vaccini ridotto a 10 e sanzioni solo fino a 500 euro senza perdita della potestà – è stato ovviamente molto discusso in varie sedi, anche a livello regionale – è un esempio il Veneto – nel suo controverso rapporto con l’articolo 32 della Costituzione che garantisce appunto il diritto alla salute per tutti i cittadini. Se infatti viene esplicitato nell’articolo il diritto a non essere sottoposti a cure contro la propria volontà è altresì legittimata la costrizione nei casi in cui determinati comportamenti possono ledere la salute di altre persone: “Viene cioè limitato un diritto individuale per preservare un diritto collettivo” dice Borrello. Fatto salvo poi l’indennizzo per chi realmente dovesse subire danni eventuali prodotti dai vaccini. Danni però statisticamente minimali, secondo il professor Torti, rispetto a quelli che sarebbero causati dalle stesse malattie o magari da semplici farmaci usati come cura per le stesse o per altre molto più banali.

“I vaccini prevengono la morte di 2,5 milioni di persone ogni anno” dichiara il docente, ricordando l’esempio del vaiolo, unica malattia già completamente eradicata, il cui vaccino, ideato da Jenner nel 1796, non mancò di suscitare già allora proteste e scetticismi rivelatisi infondati. “Ma la verità della scienza non è un fatto democratico” sottolinea Barni da parte sua, sottintendendo come basti a volte una sola persona a vederla e migliaia a frapporsi, senza che per questo muti la sua evidenza.

Le reazioni dei antivaccinisti sarebbero dunque dovute all’intervento del cosiddetto “pensiero veloce”, primordiale e istintivo, che prevale sul “pensiero lento”, razionale e speculativo, ma che dovrebbe più spesso intervenire in questioni più ragionate come la scelta di effettuare un vaccino. “Certo non si può obbligare nessuno  a pensare diversamente – continua Barni - a meno che questo non condizioni poi la vita di tutti gli altri”.

Giulia De Sensi

© RIPRODUZIONE RISERVATA