Lamezia, conversazione sulle origini del pensiero filosofico e scientifico al Museo Archeologico

conversazioni-filosofiche-museo.jpg

Lamezia Terme - Un altro importante appuntamento al Museo Archeologico si è tenuto lo scorso martedì 22 marzo: il professore Antonio Bagnato, che per molti anni ha ricoperto la cattedra di filosofia al Liceo scientifico Galileo Galilei, ha intrattenuto gli amici dell'Associazione archeologica sulle origini del pensiero filosofico, che vide i suoi albori proprio nelle colonie dell'antica Grecia.

“Lo studioso di archeologia non può non interessarsi di filosofia”, ha fatto notare il professore Lucio Leone nella sua introduzione: “già scrittori antichi come Porfirio e Giambico – ha sottolineato - facevano notare l'influenza di Pitagora su tutta la Magna Grecia, anche in senso religioso; infatti il simbolo rappresentato sulla locandina del convegno, la Tetraktys, è il simbolo esoterico del pitagorismo, riconducibile al numero 10”. “Chi parla di filosofia - ha esordito il professore Bagnato - non può prescindere dal presente, e dall'attuale crisi del pensiero critico nell'epoca della globalizzazione, seguita alla fine delle ideologie e delle “grandi narrazioni”, per dirla con Lyotard. Ma parlare di crisi non significa rassegnarsi alla fine del pensiero filosofico, che è nato con l'uomo e continuerà ad esistere insieme a lui; cadute le vecchie architetture, bisognerà costruirne delle altre, fermo restando che la filosofia non ha la pretesa di dare risposte definitive ed ha anzi dinanzi a sé la possibilità del fallimento, dello scacco”.

Come nasce, perciò, il pensiero critico? Nasce con l'essere umano, in quanto essere razionale; gli uomini vogliono capire il mondo e se stessi. Questa nascita non ha una data precisa, si può situare all'incirca nel VI sec. a.C.; ma anche la precedente fase del mito rappresenta il tentativo di dare delle risposte agli interrogativi eterni dell'uomo.

“Le prime scuole filosofiche – sottolineano - nascono nelle colonie della Magna Grecia, fondate da coloni distaccatisi dalla madrepatria per motivazioni economiche e politiche. “

Secondo lo studioso Augusto Placanica queste città rappresentano un modello di civiltà irripetibile, frutto di un perfetto equilibrio tra natura e attività umane. La prima scuola filosofica, quella dei cosiddetti “fisiocratici”, nasce a Mileto, colonia ionia dell'Asia Minore. Fanno parte di essa pensatori che fanno riferimento alla natura, e in essa ricercano il principio primo, l'arché. Per Talete, come sappiamo, va trovato nell'acqua, senza la quale non esisterebbe la vita; per Anassimene nell'aria, per Anassimandro in qualcosa di più indeterminato, l'àpeiron. Se in Asia Minore nasce la filosofia naturalistica, ad Elea, nell'attuale Campania, nasce il pensiero astratto, con Parmenide – il primo a dare risposte sulla realtà basandosi sulla logica formale e sul principio di non-contraddizione-e la sua scuola, detta appunto eleatica. Chi di noi non ricorda il primo scoglio incontrato nello studio della filosofia, il famoso paradosso di Zenone: il pié veloce Achille non raggiungerà mai la tartaruga, perché lo spazio che intercorre fra i due è a sua volta divisibile in infiniti spazi...”. “L'Essere è, il Non Essere non è; l'Essere non ha inizio e non ha fine, non esiste il divenire, che è puramente illusorio: questo l'assunto di Parmenide, in aperto dissenso con Eraclito di Efeso, sostenitore del divenire come fondamento del cosmo: “ Panta rei, tutto scorre”, “Non ci bagniamo due volte nella stessa acqua “. Poco si sa della storia di Pitagora, il maggior filosofo vissuto in terra calabrese: nato probabilmente a Samo, esule forse per motivi religiosi, si stabilì a Crotone. Anche il suo stesso pensiero è incerto, attribuibile in gran parte ai suoi discepoli. Pitagora è un filosofo dalla figura complessa, innamorato dei numeri, di cui intuisce la dimensione metafisica. Il numero per Pitagora è sempre l'unità intera, che dà origine agli altri numeri; i numeri sono alla base delle figure geometriche e anche delle note musicali. Pitagora credeva anche nella trasmigrazione delle anime, la metempsicosi, teoria ripresa poi da Platone e ancora oggi alla base delle filosofie orientali. Dopo la morte di Pitagora la sua dottrina, il pitagorismo, ebbe enorme diffusione, confondendosi spesso con l'orfismo; sappiamo che nel mondo greco coesistevano diverse religioni. Probabilmente una di queste dottrine era praticata anche a Terina, colonia crotoniate, come testimoniato dal “chiodo di Aiòn”, oggetto di una precedente conversazione”. Alla relazione del professore Bagnato è seguito un appassionato dibattito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA