Lamezia, il Tip presenta il punto di vista di Sant’Agostino sul teatro classico

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Lamezia Terme“Il teatro è sopravvissuto a tutte le critiche nei suoi detrattori, critiche e accuse che lo consideravano immorale già a partire dal secondo e terzo secolo”. Così Benedetto Clausi, professore di Letteratura cristiana antica all'Università della Calabria all’incontro: ‘La tirannia delle passioni’, tenutosi al Tip Teatro e organizzato dal collettivo Manifest per la rassegna letteraria "De/scrivo 2.0". Un incontro corredato dalla lettura di alcuni brani delle Confessioni e dalle visioni di Rousseau e Manzoni sul teatro, da quello classico a quello moderno. Si è trattato, più che del solito convegno di un dialogo, una discussione sul teatro classico visto con gli occhi di Agostino di Ippona il filosofo e teologo vissuto fra il 354 – e il 430.

Il professore dell’Unical ospite del Tip, dopo avere delucidato con una dettagliata spiegazione, la fruizione del teatro greco e le sue forme, poi perfezionate nella Atene del V secolo a.C. ha introdotto l’argomento della sua lectio, vale a dire le polemiche che hanno coinvolto il teatro, la sua destrutturazione, la sua riorganizzazione. “La polemica sul teatro inizia già nel secondo e terzo secolo quando viene accusato di essere ‘immorale’, immorale perché corrotto da rappresentazioni inerenti le divinità greche, i miti e la mitologia e altri spettacoli analoghi ma anche, perché eccitava e suscitava con le sue storie delle passioni troppo forti. Ma - ha aggiunto Clausi - tutti gli attori facendo teatro possono cadere in una di queste immoralità.

Il docente dell’Unical ha evidenziato ancora: “Sant’Agostino riuscì a fare ciò che i moralisti del secondo e terzo secolo, a lui precedenti, non riuscirono, cioè innovarlo e destrutturarlo cioè scomporlo in modo da riorganizzarlo allo scopo di soddisfare nuove esigenze capì quindi i meccanismi della comunicazione teatrale. Con la sua poetica rivoluzionaria, “Alessandro Manzoni - ha aggiunto Clausi - è stato uno dei più attenti discepoli di Agostino questo perché l’autore dei Promessi Sposi pensava al teatro come una nuova forma di comunicazione in quanto rappresentazione della storia, della realtà e del verosimile, fare teatro è pertanto, facendo riferimento anche al Bardo (William Shakespeare), fare qualcosa di moderno”.

Alla fine della conversazione sono stati annunciati gli altri appuntamenti che Manifest porterà avanti ad aprile: il 7 ci sarà un dialogo con lo storico dell’età moderna Maurice Aymard e il 23 si terrà una escursione naturalistica nell’area di Castelmonardo curata da Piergiorgio Vasta.

Francesco Ielà

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