Lamezia, incontro in ricordo dei poeti Costabile e Iacopetta: "La Calabria bella e amara che ancora cerca il suo riscatto"

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Lamezia Terme - Uno stesso filo poetico volto ad unire Franco Costabile e Tonino Iacopetta, che per la critica a Costabile è stato fra i più accreditati, all'interno di un incontro organizzato in sala consiliare a Sambiase e siglato 'Maggio dei libri'. 

Scomparso lo scorso dicembre, Tonino Iacopetta, il poeta delle cose minimali, delle cose più semplici e vere, che amava rifugiarsi nella sua solitudine e dalla quale spesso ne faceva emergere una certa inquietudine, é stato ricordato fra riconiscimenti e fiori da Basilio Perugini, come componente del Comitato 50 anni Lamezia, da Vincenzo Villella,  lo storico lametino che ha tracciato rilevanti spunti storici che, se uniti in chiave letteraria, come Costabile sapeva ben fare, trovano maggiore forza di persuasione. Ancora, presente al tavolo, Filippo D' Andrea,  che a Costabile associa ricordi di gioventù misti a parentele vicine al poeta. Pasquale Allegro, scrittore e giornalista, che ha invece evidenziato la poetica di Iacopetta, la quale, sebbene il forte legame su Costabile, é sempre rimasta lontana dall' esserne influenzata. "Dobbiamo restituire qualcosa a Franco Costabile"  - ha affermato convinto Basilio Perugini che poco prima ha pure detto che Lamezia è una città buona.

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Il Costabile, poeta nato a Sambiase nel 1924 e morto suicida a Roma nel 1965, aveva un modo di comporre tutto suo. Necessaria la sua lettera, oggi, specie fra i più giovani, per tradurre meglio il tempo presente. "I suoi versi erano la chiara descrizione della realtà, o di quella che come diceva Iacopetta - ha ricordato Allegro - era una realtà visionaria". E se proprio qualcosa, la città,  o la nazione tutta ha da restituire al poeta, troppo spesso nominato in circuiti localistici, è un' attenta riflessione in merito alla sua drammatica fine. È nel tentativo, una volta per tutte, di eliminare uno stigma, un disagio, riconducibile al suo dolore personale. Il suicidio, per come lo analizza Aldo Palazzeschi, non è altro che un segnale verso la lotta alla rassegnazione. "Studiate la sua poesia, non siate curiosi dei suoi problemi familiari, ci sono tanti motivi che non conosciamo abbastanza per giudicare la sua morte - ripeteva spesso Tonino Iacopetta - siate curiosi dei suoi versi, non limitatelo al semplice folclore". 

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"La Calabria bella e amara di Costabile che cerca ancora il suo riscatto - ha aggiunto Villella, partendo da un breve excursus storico degli anni '50, da lì a catena alcuni versi - La sua poesia ha il merito di aver reso protagonisti i cafoni, i contadini, i pastori, argomenti che nella poesia più ancora che nella ricerca storica vengono messi in luce".

Valeria D'Agostino

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