Lamezia, Maria Antonietta Ferraloro all'istituto Perri-Pitagora alla scoperta della letteratura

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Lamezia Terme - Diversi gli incontri di formazione per i docenti sulla Didattica della Letteratura Italiana tenuti dalla professoressa Maria Antonietta Ferraloro che si sono svolti in città nei giorni scorsi. Docente e saggista, dottore di ricerca in Storia della cultura e cultore della materia in Letteratura italiana, collabora con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Si occupa, inoltre, della formazione degli insegnanti di Lettere. Al Principe ha dedicato due libri: Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo (Pacini, 2014), molto apprezzato da pubblico e critica, finalista al premio Brancati; e L’opera-orologio. Saggi sul Gattopardo (Pacini, 2017).

Maria Antonietta Ferrarolo torna nella scuola che aveva già scelto un suo libro, “Il Gattopardo spiegato a mia figlia”, torna per donare a tutti il piacere di leggere con consapevolezza, per donare alla scuola e ai docenti la grande sapienza della letteratura. Un Privilegio insegnare e un privilegio insegnare i classici: “Bisogna ritornare a leggere i classici, e fare esperienza della letteratura.” Ribadendo più volte il grande valore etico della scuola, unico luogo dove i ragazzi sono tutti uguali, Maria Antonietta Ferrarolo si è chiesta, con Vargas LLosa, se fosse possibile pensare il mondo moderno senza il romanzo, spiegando che pensare è dare architettura ai concetti. Con testi ultimi su Le nuove frontiere delle neuroscienze, su testi di Ceserani “Guida allo studio della Letteratura”, il cervello che legge si muove, attiva i neuroni del viaggio se legge un passo dove si narra di un viaggio.

Con tantissime citazioni di libri, primo fra tutti Morin: “La testa ben fatta” con Pennac “Una lezione d’ignoranza” la scuola come coltivazione di un tempo interno “Ferroni – La scuola sospesa- Einaudi” lei porta l’uditorio nel mondo letterario della buona lettura. Lettore, Vieni a casa è il libro di Maryanne Wolf, il cervello che legge in un mondo digitale, il libro chiede alla scuola, ai docenti, a tutti noi, di assumersi la responsabilità della propria esistenza, in un momento di grande trasformazione epocale.  Compito grande della letteratura, spiega in una nota Ippolita Luzzo “è di creare letterarietà, cioè un modo di pensare articolato e complesso, un modo per saper scegliere, un modo per essere accettare l’attesa e il rifiuto, per attutire i disagi e sentire il silenzio come forma di dialogo.

La scuola dunque come luogo di possibile libertà, libertà di leggere, per formare quell’intelligenza emotiva, ciò che ci distingue e ci fa umani.  Da Goleman e Gardner a Luperini “Insegnare letteratura”, contro la paccottiglia di libri inutili e sciocchi, dannosi, ritornare all’insegnamento inteso come studiare è fatica, inteso come non formare docili macchine ma esseri umani perché ciò che si perderà in conoscenze, in questo ammasso di informazioni digitali, sarà perduto per sempre, e cioè la capacità di scegliere. Maria Antonietta Ferrarolo dona però la speranza e la certezza che il leggere consapevole e con discernimento porti sempre luce e conoscenza fra le menti”. 

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