Lamezia: Musicoterapia, leggere il non verbale

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Lamezia Terme – La musicoterapia utilizzare la musica o il suono per comunicare non verbalmente e intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico su un paziente. Di questo tema si discusso al convegno tenutosi oggi alla sala affrescata di palazzo Nicotera dedicata al giornalista Giuseppe Perri. A intervenire al dibattito, inserito nella rassegna ‘il Maggio dei libri’, sono stati lo musicoterapeuta Davide Ferrari che ha parlato di Musicoterapia e Interculturalità, ponendo la musica come ‘importante ponte fra più culture’, perché, “fare musica nel mondo e con il mondo è qualcosa di straordinario. “Chi fa musica ha una sua identificazione e noi - ha detto il musicoterapeuta che lavora a Brescia - cerchiamo con la musica di avere una relazione con gli altri insieme ad un ruolo sociale. Inoltre la musica è identificativa per ogni popolo, costituisce un determinato gruppo etnico, il tango per gli argentini, il flamenco per gli spagnoli o la pizzica per il salento”. Parla poi del linguaggio musicale, un linguaggio universale il quale “apre una relazione con l’altro, perché la musica è un fattore estremamente aggregante”.

“Nelle sedute terapiche è capitato che i pazienti mi hanno detto, ‘ho dimenticato di avere un tumore’, la musica unisce e ci si può stare insieme”, Lo psicologo Bruno Foti, nel relazionare su Musicoterapia e dispersione scolastica, fa un’analisi sulle qualità terapeutiche che può avere la musica, “essa stimola un’area celebrale che altre attività non stimolano, la musica quindi le stimola tutte ed è un paradigma, un modello nella cultura dell’integrazione”. Foti ha parlato anche delle emozioni che la musica, linguaggio che può essere anche interdisciplinare, può far rinascere e trasmettere.

“La musicoterapia è interdisciplinare perché con essa non solo diventi capace di suonare uno strumento ma diventi competente anche in altri campi”. Sul ruolo relazionare della musica, Una scuola per crescere nella … relazione, ne ha parlato la professoressa Francesca Sottilotta che ha affermato come “ancora nelle scuole esistano le materie di serie A e di sarie B alle quali la musica è rilegata” Ma oggi ha proseguito la docente , facendo anche riferimento ad un episodio capitatole, “i ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati, van capiti quali sono i loro problemi anche se, i ragazzi hanno difficoltà ad ascoltare. Poi sostenendo l’importanza dei laboratori musicali scolastici, “progetti che non dovrebbero interrompersi”, ha riferito che “il ragazzo quando suona capisce che è capace e acquista un’autostima che lo aiuta nell’ambito interdisciplinare”. Durante il convegno è stato più volte sottolineato il ruolo integrativo che può avere la musica.

Francesco Ielà

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