Lamezia, presentato “Lo strano delitto” di Bruno Gemelli a Palazzo Nicotera

Bruno_Gemelli_strano_delitto_2.JPG

Lamezia Terme – Un libro inchiesta dai toni noir, che vede al centro la singolare, misteriosa e tragica fine di uomo: “Lo strano delitto”, ultimo lavoro del giornalista e scrittore Bruno Gemelli, ripercorre le circostanze della morte e della vita del sindacalista e dirigente Pci Luigi Silipo, freddato con sette colpi di pistola mentre rincasava, la notte del primo Aprile 1965, da una mano e per un movente tuttora ignoti. Gemelli raccoglie centinaia di testimonianze, articoli e fonti scritte ma anche vere e proprie interviste a persone coinvolte o presenti all’epoca dei fatti, nonostante il silenzio della famiglia e nonostante gli atti del processo depositati a Catanzaro siano stati trafugati. “A distanza di cinquant’anni – dice apertamente l’autore – la vicenda resta avvolta da un velo di reticenza che tuttora si avverte”. Provano a gettare luce sui fatti gli interventi di Costantino Fittante, allora membro del comitato direttivo di Federazione del Pci e sindaco di S. Eufemia , e Claudio Cavaliere, collaboratore in qualità di sociologo nelle ricerche documentali operate da Gemelli. “Lo strano delitto”, infatti, non si limita all’indagine, appassionante ma circoscritta, inerente un omicidio ma offre uno spaccato vivido e composito della società catanzarese degli anni ‘60, caratterizzata, secondo le parole di Cavaliere, da “fortissime contrapposizioni ideologiche”. Un’epoca di lotte e rivolgimenti, che non risparmiavano neppure le compagini interne dei partiti. E se inizialmente il delitto di Silipo viene liquidato come delitto di matrice privata, fa scalpore sette mesi dopo la dichiarazione del senatore De Luca, personaggio dall’oscuro passato franchista, che riferendo addirittura di una “faida interna al Pci”, scatena sul caso la stampa nazionale, sollevando un enorme polverone che non conduce peraltro ad alcuna soluzione.  

Bruno_Gemelli_strano_delitto.JPG

Da allora moltissime sono le ipotesi sul campo, alcune piuttosto suggestive, come la pista cecoslovacca, che fa riferimento al contemporaneo e misterioso soggiorno in Calabria di un dirigente del partito comunista cecoslovacco - a quanto pare ingiustificato - o la pista dei servizi segreti, di cui Silipo avrebbe fatto parte vent’anni prima. Ma la più credibile, secondo Gemelli, rimane la pista sindacale : non rispetto alle relazioni con il Consorzio di Bonifica o a presunte ingerenze mafiose ma piuttosto in relazione ad un imminente rinnovo del contratto delle raccoglitrici di bergamotto. Appena cinque giorni prima di morire Silipo avrebbe infatti chiesto, a questo proposito, l’appoggio del partito a livello nazionale, vergando di sua mano una lettera integralmente riportata nel libro di Gemelli. Ma lo scrittore si sbilancia a trarre conclusioni solo sul piano piacevolmente colloquiale, lasciando al giudizio del lettore la soluzione ultima del caso.

Giulia De Sensi

© RIPRODUZIONE RISERVATA