Lamezia, proiettato "Siamo tutti un po' rromani": film di Francesco Pileggi sull'inclusione e la bellezza con studenti dell'ITT

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Lamezia Terme – Un laboratorio speciale, quello condotto per il secondo anno consecutivo da Francesco Pileggi, all’ITT di Lamezia Terme, perché attraverso la partecipazione degli studenti ha inteso costruire un dialogo sull’inclusione sociale e contro la dispersione scolastica. “Siamo tutti un po’ rromani” il titolo del film, proiettato all’interno dell’auditorium del geometra e che ha visto un preciso invito: “Venite a vedere il volto più bello della nostra città”, rivolto ai commissari prefettizi.

Il lungometraggio realizzato dal regista, sempre sensibile a tematiche sociali, Francesco Pileggi, è stato realizzato nell’ambito del laboratorio di Cinema&Teatro con il coinvolgimento di numerosi studenti impegnati per gran parte dell’anno. A partecipare anche alcuni ragazzi disabili che, mediante il teatro, hanno scoperto nuovi linguaggi espressivi utili all’intero gruppo. Perché come recita il ragazzo che vende gelati sulla spiaggia “Oggi gelati per tutti! Promossi o bocciati”. Tutti hanno diritto al gelato, perché tutti sono uguali. “Sono Obelix, non ci fermeranno mai” – esclama dentro il film e anche dopo in sala il ragazzo che la dirigente Patrizia Costanzo chiama “Gigante buono”.

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“Questo film è speciale perché lo hanno costruito loro – ha spiegato Francesco Pileggi – io ho solo cercato di coordinare le loro idee. Hanno fatto un’opera alta. Ed è speciale anche perché lo abbiamo dedicato ad un loro coetaneo che 20 anni fa mentre si preparava alla maturità veniva investito e lasciato a terra. Questo ragazzo era Domenico Palazzo, seguiva i miei laboratori. Ed è stato un po’ dimenticato. Noi vogliamo ricordarlo così”.       

Uno scenario del tutto contemporaneo che si divide fra i banchi di scuola, dove tutti trovano un modo per copiare il compito di matematica, fino a rotolare sulla sabbia di una spiaggia deserta e dal mare pulito, in cui lasciare al vento i libri e i quaderni e sentirsi liberi. Uno scenario romano, in cui in maniera sottile mostrare la differenza fra il bene e il male, fra i buoni e i cattivi. Il salto di qualità è il rispetto dell’uguaglianza nella sua diversità. “Dalle ricche diversità sono venute fuori le armonie – ha affermato la dirigente Costanzo – una sinfonia di anime belle. Il laboratorio dei pensieri – ha aggiunto per congratularsi col regista – sin dall’inizio non ci siamo chiesti del prodotto finale, n’è venuto fuori un meraviglioso arcobaleno di vita adolescenziale, tanto che i ragazzi aspettavano sempre il loro mentore con un panino al pomeriggio”.

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Ma cosa emerge dal laboratorio? L’esigenza del regista sembra richiamare all’attenzione temi antichi, ma attuali, su cui è utile continuare a lavorare: il rapporto tra adulti e ragazzi, il rapporto fra coetanei, il sentirsi impotenti di fronte alle ingiustizie, le regole e il loro rispetto, l’amicizia. Se l’obiettivo era quello dell’inclusione, regista, studenti – piccoli attori, con la collaborazione dei docenti, possono dire di esserci riusciti. Dai sorrisi, dall’entusiasmo, e dai numerosi ringraziamenti dei protagonisti si evince una completa armonia di gruppo. Qualcuno parla più degli altri, qualcuno si esprime prima con un lungo silenzio, (quelle pause piene che in teatro sono tutto), altri ancora sperano di poter ripetere questa esperienza il prossimo anno. Tutti hanno in petto la stessa emozione. 

Valeria D'Agostino

 

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