Lamezia: “Romeo & Juliet” di Carlo Carlei inaugura il nuovo cinema Grandinetti

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Lamezia Terme - Dopo l’evento organizzato dall’associazione The Verge al The Space Cinema e a due mesi di distanza dall’uscita ufficiale nelle sale italiane, “Romeo & Juliet” del regista lametino Carlo Carlei approda anche al teatro Grandinetti su iniziativa del Comune in un’anteprima riservata agli studenti di Lamezia Terme. Nel post-proiezione, il pubblico ha avuto la possibilità di interagire con il cineasta candidato al Golden Globe per “La Corsa dell’Innocente”, conversazione che ha toccato svariate tematiche, dalla sua ultima fatica alle nuove tecnologie digitali, fino ad arrivare all’attuale mondo del cinema.

“L’idea di una nuova versione della tragedia di Romeo e Giulietta nasce da una mia riflessione sul rapporto genitori/figli - afferma Carlei - e sui periodi ribelli che ogni adolescente attraversa. Desideravo narrare una storia che affrontasse questo scontro generazionale dal punto di vista dei protagonisti e ho trovato nel testo shakespeariano la materia ideale per sviluppare un simile progetto. Rileggendo la tragedia, poi, ho constatato come nelle trasposizioni precedenti venisse dato poco rilievo a personaggi secondari ma molto importanti come Frate Lorenzo o Balia, così ho ritenuto opportuno restituir loro una profondità psicologia e morale fondamentale nell’opera di Shakespeare”.

Un’operazione sempre un po’ rischiosa considerando l’importante materia letteraria e le sue innumerevoli trasposizioni, da Zeffirelli al visionario Baz Luhrman: “Nutro grande rispetto nei confronti delle versioni precedenti. Ancora oggi quella di Zeffirelli è molto attuale e commovente, con una protagonista straordinaria (Olivia Hussey). Io ho fatto una scelta diversa, optando per la Giulietta descritta da Shakespeare, non ancora matura, quasi una bambina. Volevo raccontare la storia di un amore eterno, di due ragazzi che hanno una visione del sentimento molto più idealizzata - spiega il regista - disposti a dare la vita l’uno per l’altra. Il senso di dinamicità del mio cinema, invece, rimanda un po’ a Michael Mann e ad uno dei più bei film d’amore di tutti i tempi, “L’Ultimo dei Mohicani”. Ecco, nel mio “Romeo & Juliet” volevo dare proprio quel senso di realismo e dinamismo che non ho visto nelle altre edizioni. Tra l’altro, non ho mai contribuito ad una sceneggiatura come in questo film, e devo ammettere di non essermi mai trovato così bene con uno sceneggiatore come con Julian Fellowes, un genio”.

Da sempre attento alle nuove tecniche di registrazione, Carlei ha poi analizzato il passaggio dalla pellicola al digitale: “Dispiace un po’abbandonare un formato con cui siamo cresciuti ma bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno. Oggi, con dvd e blu ray ricchi di making of e contenuti speciali, abbiamo la possibilità di alfabetizzare i giovani al linguaggio delle immagini in un modo che ai miei tempi era quasi impossibile; un po’ come avere un corso universitario a casa. Grazie alla rivoluzione digitale tutto è diventato più semplice, anche dal punto di vista del montaggio, con un conseguente abbassamento dei costi di produzione e dei tempi di realizzazione”.

Tornando al suo ultimo lungometraggio, “Romeo & Juliet” rappresenta il ritorno al mondo del cinema a diciotto anni di distanza da Fluke (il mio film preferito), periodo in cui il regista si è dedicato prevalentemente a produzioni televisive di successo come Ferrari o Padre Pio: “Io reputo i miei film tv alla pari di un’opera cinematografica per come sono stati concepiti e strutturati. Soprattutto negli Stati Uniti, ormai, film e produzioni televisive hanno la stessa qualità, grazie anche al coinvolgimento di autori, registi e attori affermati; basti pensare a serial come “Il Trono di Spade” o “True Detective”, paragonabili a “Il Signore degli Anelli” e a “Il Silenzio degli Innocenti” per il modo in cui sono girati. In Italia è un po’ più complicato, bisognerebbe ringiovanire generi e pubblico, ed è questo l’obiettivo della mia nuova collaborazione con la Rai.Il confine tra cinema e televisione è sempre più labile e non ha più motivo di essere. In futuro le due cose non si potranno distinguere”.

Nella sua analisi del mondo del cinema odierno, Carlei evidenzia, infine, con un pizzico di rammarico, quanto sia diventata complicata la distribuzione: “Purtroppo il processo di distribuzione è diventato sempre più critico. Sono rimasti pochi cinema in Italia, per di più occupati quasi esclusivamente da blockbuster e prodotti commerciali, da qui le difficoltà nel portare a Lamezia un prodotto indipendente come il mio “Romeo e Juliet”. Spero che questa sala - conclude il regista - abbia un futuro con una programmazione alternativa, condizione importante anche dal punto di vista sociale. Il cinema è cultura, la cultura è civiltà. Per questo reputo molto importante recuperare il cinema nel cuore della città”.

                                                                                                            Francesco Sacco

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