Lamezia, Simona Dalla Chiesa presenta il libro dedicato al padre: "Le caserme significano casa per me"

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Lamezia Terme – “Le caserme con i loro rituali come il silenzio, l’alzabandiera e gli alamari significano casa per me, perché nelle caserme ci sono cresciuta”. Inizia così la relazione di Simona Dalla Chiesa nel presentare il suo libro: "Dalla Chiesa: un papà con gli alamari". Nel suo volume L’autrice vuole raccontare le vie della memoria, gli affetti familiari e le vicende legate a suo padre. Il libro non è una biografia, ma è un toccante viaggio fra i sentimenti, le emozioni, i luoghi, i valori del Generale e Prefetto Italiano Carlo Alberto dalla Chiesa, “una figura di spicco - ha spiegato Concetta Giglio (presidente Soroptmist) che introdotto l’evento - e da prendere da esempio, perché appartenente a quella schiera di persone che hanno sempre cercato di difendere i diritti dell’uomo, anche a costo della propria. Un impegno meritorio il suo, portato avanti dapprima con la divisa di carabiniere e poi come figura delle istituzioni, assieme a tutti quelli che lo fanno quotidianamente senza darne alcuna evidenza”. 

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A tracciare la figura “integerrima, onesta e leale” del Generale Dalla Chiesa è stata la figlia Simona presentata da Matilde Fittante (socia Soroptmist). “Mio padre - ha raccontato Simona Dalla Chiesa -è stato sempre un papà protettivo ed è sempre stato ben attento alla compagnie che noi frequentavamo”. Simona racconta poi della sua infanzia a Palermo, “dove sono cresciuta assaporandone e sentendone sapori e profumi e apprezzandone la sua realtà, ben diversa di quella delle altre città dove sono stata”. Racconta poi del dolore del padre subìto quando la prima moglie morì a causa di una malattia e la sua personale sofferenza provata quando il generale venne ucciso insieme alla seconda moglie Emanuela”. Il triste episodio avvenne nel 1982 quando a seguito dei brillanti successi ottenuti nella lotta contro il terrorismo, il Governo Spadolini lo nominò Prefetto di Palermo. L’Intenzione di questa mossa era di replicare gli stessi successi contro la mafia, ma pochi mesi dopo la sua nomina fu ucciso in un attentato mafioso, qui persero la vita il Generale la seconda moglie Emanuela e l’agente di scorta. “Ora  mio padre - ha concluso l’autrice del libro – riposa insieme alle sue due mogli”.

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Anche Matilde Fittante è stata ben lieta di descrivere la figura del Generale come un uomo “dalle straordinarie capacità e dai fermi principi, improntati sul valore della cultura della legalità”. La Fittante durante la serata svoltasi al Chiostro ha anche letto parti del libro di Simona della Chiesa, in particolare una lettera, che lo stesso generale dedicò ai suoi tre figli: Nando, Rita e Simona. Si tratta di uno scritto sentimentale, emozionante che vuole evidenziare “la dolcezza, la tenerezza di una madrela prima moglie del generale morta fulminata da un infarto,nei confronti dei suoi tre figli”. Presenti all’incontro diverse autorità, fra cui il commissario straordinario del comune di Lamezia Terme Francesco Alecci, il primo dirigente della Polizia Alessandro Tocco il vice commissario Maria Gaetana Ventriglia, il tenente Carbone dei carabinieri e il Presidente dell’ordine degli avvocati Antonello Bevilacqua. 

Francesco Ielà

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