Lamezia, Trame Festival: La libertà d'informazione e le minacce multiformi

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Lamezia Terme, 25 giugno - “Esiste un informazione che non raggiunge i lettori  con le minacce e le intimidazioni  e una che  si svolge nonostante le minacce”. Per Alberto Spampinato, direttore dell'osservatorio "Ossigeno per l'informazione" è  "il problema che non c’è”.  Nell’ultimo appuntamento di “Trame” si è parlato de “L’informazione minacciata dalle mafie”. Argomento molto interessante, ma posizionato in orario sbagliato per via dell'imminente partita della Nazionale agli Europei di calcio. “In Italia - dice il direttore parlando delle minacce ai giornalisti - accade, in una misura che supera l’immaginazione e non se ne parla, perché, appunto, è un problema nascosto. Dagli stessi giornalisti”.  Sono parole forti quelle di Spampinato. Per lui “esistono i modi per cercare di rendere libera l’informazione come avviene in altri Paesi.” E’ stato accertato dai più importanti osservatori internazionali. Da noi, l'informazione è parzialmente libera. Invece, negli Stati Uniti, in Francia e Germania, lo è completamente. Di serie A. In Italia, quindi, siamo in serie B, dove l'informazione è libera parzialmente. Poi c’è la lista nera, che comprende i paesi autoritari dove vige la censura. Perché siamo in serie B? Per tre motivi, secondo Spampinato. 1) Per la concentrazione delle testate e delle proprietà televisive nelle mani di pochi. 2) Per il conflitto di interessi di un editore. 3) Per i moltissimi giornalisti minacciati con la violenza, alcuni di questi sono costretti a vivere sotto scorta. (Sono dieci in Italia). E ci sono tanti altri che non vivono sotto protezione per 24 ore su 24, perché la loro posizione non è giudicata di pericolo e per questo non hanno nessuna protezione. “Altri giornalisti - conclude infine Spampinato - sono intimiditi con un uso strumentale delle querele per diffamazione e con azioni civili e richiesta di risarcimento danni”.

di Maria Arcieri

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