Lamezia: una storia di perdono e amicizia con Irene Sisi e Claudia Francardi

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Lamezia Terme - Una testimonianza di perdono e riconciliazione ma anche una toccante esperienza umana di fede e d’amicizia è stata offerta nell’incontro con Irene Sisi e Claudia Francardi, organizzato dall’azione cattolica della parrocchia di S. Raffaele presso il parco Peppino Impastato, in partnership con il Lions club e la cooperativa Habitat. Le due donne, unite in maniera ormai indissolubile da un incontrovertibile destino, hanno raccontato la propria storia di fronte ad un pubblico numeroso, alla presenza del vescovo Cantafora: la prima, Irene, è madre di Matteo Gorelli, omicida poco più che diciottenne del carabiniere Antonio Santarelli, l’altra, Claudia, è la moglie dell’ucciso. I fatti risalgono ormai al 2011, ma il ricordo è ancora vivido e struggente. Entrambe vivono infatti momenti terribili – l’una la vergogna, l’altra la depressione – momenti che senza mezzi termini vengono definiti “l’inferno”.

Ma riescono a superarli, anche grazie ad un percorso comune fatto di responsabilità e di coraggio, che le porta ad incontrarsi per stringere un legame forte, dal quale nasce un’associazione impegnata oggi in numerosi progetti nelle scuole e nelle diocesi italiane. Infatti dopo la disperazione arriva l’accettazione, e dopo l’accettazione la speranza. Una speranza da condividere con tutti, portando il proprio messaggio di perdono. “ La riconciliazione – conclude il vescovo Cantafora – è un passo importante, ma il perdono è un dono più alto che sperimentiamo quando troviamo un appoggio, una roccia sulla quale far riposare la nostra vita, rappresentata dal Signore : noi arriviamo a un certo punto, Lui fa il resto.”

Giulia De Sensi

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