Lamezia Terme – E’un viaggio sulla contemporaneità nella penisola in 192 pagine e 33 capitoli, come i luoghi descritti. L’autore è Andrea Scanzi e il titolo del libro è “Con i piedi ben piantati sulle nuvole”. Viaggio sentimentale in un'Italia che resiste”, editore Rizzoli. Il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” ha ringraziato per aver ricevuto l ‘invito e ha gremito per due ore la sala del Chiostro di San Domenico. Ha precisato che il titolo è una frase di Flaiano, uno scrittore che ha saputo raccontare il suo tempo. E’un giornalista giovane e giovanile Scanzi, il pubblico lo ha ascoltato nella sua "bulimia culturale" come lui stesso ha definito la sua voglia di sapere e di conoscere. Altrimenti, senza, non si potrebbe fare questo lavoro. Il libro è una carrellata di personaggi, tra familiari e conoscenti, incontrati nei dieci anni dei suoi viaggi. Descrive un paese molto più bello di come i giornalisti e gli scrittori lo raccontano. E lo raccontiamo. Ha aggiunto. E’ un viaggio breve ma intenso e lui carambola per l’Italia. Descrive la solitudine globale di molte persone ed era decisamente a suo agio nella suggestiva cornice del Chiostro di San Domenico, intervistato da Maria Chiara Caruso, per un evento organizzato in collaborazione con la libreria Tavella. Ha parlato dei sogni e delle persone che li hanno fatti coincidere con quello che desideravano fare nella vita. Ha menzionato De Andre’, Pasolini e Gaber e l ‘importanza della memoria storica che purtroppo viene spesso a mancare in questa terra, oltre che l’importanza della scrittura.
I sognatori sono degli utopici, delle persone che ancora credono in qualcosa e che pensano che il loro sogno possa diventare realtà. Look total black, scarpa sportiva, t-shirt nera, sneakers e chiodo. Con questo look ha descritto il libro, condito da riflessioni sulla vita e aneddoti. “La solitudine globale è presente in ognuno di noi perché è il momento storico - ha detto - che ce la sta facendo vivere”. Non ha dimenticato di menzionare i suoi direttori, tra le persone più pregnanti della sua vita professionale: da Edmondo Berselli, a Giulio Anselmi a Antonio Padellaro. Incalzato dall’ intervistatrice, ha sottolineato come la memoria storica non deve far dimenticare personaggi dal calibro di Rino Gaetano, Sandro Pertini e Pier Paolo Pasolini e che la sua bulimia culturale lo porta ad ascoltare molte storie e a poter raccontare, altrimenti non potrebbe essere un giornalista e uno scrittore. Una volta tanto, tra un talk show e l’altro, quando non commenta vicende di attualità, ha descritto le persone che nella vita ce l’hanno fatta. La resistenza è un termine che ricorre spesso nel libro, soprattutto per far capire che nei momenti difficili, quando pensi di mollare, è importante andare avanti con determinazione. Un uomo, un giornalista e uno scrittore che ha conquistato la platea dei suoi lettori presenti con la trama del suo libro e, con semplicità e cordialità nel suo viaggio toccante e originale.
Maria Arcieri
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