Trame.6: “La Calabria muore”, ribellarsi per essere cittadini della nostra terra

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Lamezia Terme – “Perché la Calabria incide così poco dal punto di vista culturale a livello nazionale”. E’ il quesito che lo scrittore e giornalista Andrea Di Consoli ha posto agli ospiti presenti all’incontro tenutosi a Palazzo Nicotera, ‘La Calabria Muore’, nell’ambito della sesta edizione del festival Trame. A ribattere e discutere, anche accesamente, sulla tematica dell’incontro sono stati l’antropologo e scrittore Francesco Minervino, il giornalista Vinicio Leonetti, Lillo Garlisi e il giudice Giuseppe Vitale. Minervino incalzato da Leonetti e Di Consoli ha relazionato che, nei suoi scritti, “racconto la Calabria per come mi appare, in Calabria ci sono tante realtà vive e vere le quali però, delle volte, sono assuefatte da negatività, quali le baronie o il clientelismo. In questa regione manca - ha accusato - l’idea di libertà, forse non la amiamo ma questo non va affatto bene, pertanto bisogna ribellarsi in massa se vogliamo essere cittadini della nostra terra. E, punto importante, ad essere cambiata deve essere l’organizzazione e il suo tessuto sociale, non la sua antropologia. La Calabria - ha concluso - è una grande regione con tante cose belle e tante risorse ma, piena di problemi affrontabili appunto con il cambiamento della mentalità”.

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Leonetti nel suo intervento ha spiegato che è importante sfatare il mito negativo legato alle mafie che esiste sul sud e sulla Calabria. Secondo il giornalista la Calabria non muore perché “vuole e ha voglia di rinascere e, ne sono esempio, - ha chiarito - le operazioni antimafia che dal 2012 hanno decapitato le più pericolose ‘ndrine lametine, azzerando l’infausto mito dell’ndrangheta invincibile”. Di Consoli nel suo ruolo di moderatore ha ribadito la necessità di portar fuori, far conoscere alla nazione i problemi della Calabria, “E’ impossibile che questa regione diventi ‘famosa balzando agli onori della cronaca’, solo quando accadano episodi incresciosi e sgradevoli (sanità, criminalità, favoritismi), è giunto il momento di cambiare registro e trasformare il pessimismo in ottimismo”.

Durante l’incontro è stato presentato il volume ‘Il complicato caso di Don Onofrio Caccamo e del giudice Mendolia” di Giuseppe Vitale che è stato magistrato sia in Sicilia e sia in Calabria e dunque ben conosce il ‘fenomeno’ della criminalità. Nel libo uno dei protagonisti, l’onesto Mendolia, per poter svolgere correttamente il suo lavoro e far trionfare la giustizia, in un complesso e difficile processo di Corte d'Assise, dovrà vedersela con le complicate e ingarbugliate trame della giustizia italiana. Lillo Garlisi ha infine spiegato che grazie alla collaborazione fra la casa editrice Melampo e Trame sarà lanciato un progetto editoriale. “L’iniziativa chiamata ‘quaderni di trame’, consisterà in un libro nel quale saranno presenti le tematiche inerenti cultura e legalità dibattuti a Trame.

Francesco Ielà

 

 

 

 

 

 

 

 

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