Check Up Mezzogiorno di Confindustria-Srm: “Sud cresce ma ritmo è ancora lento”

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Roma - Prosegue la "timida ripartenza" dell'economia del Mezzogiorno avviatasi nel corso del 2015, ma il ritmo si mantiene ancora contenuto. Lo rilevano Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), nell'ultimo Check-up Mezzogiorno. Per la prima volta dall'inizio della crisi, tutti e cinque gli indicatori utilizzati (Pil, Export, Occupazione, Imprese e Investimenti) fanno registrare valori positivi.

Secondo le stime, dovrebbe quindi proseguire nel 2016, sia pure più lentamente (+0,5%), la crescita del prodotto registrata nel 2015, quando il Pil era cresciuto più che nel resto del Paese (+1,1% contro lo 0,6% del Centro-Nord). Le previsioni per il 2017 (+0,7%) vedono proseguire questa moderata espansione. Il profilo del Sud a fine 2016 è dunque quello di un'area tornata timidamente alla crescita, "ma nella quale il ritmo con cui tali segnali si affermano ne rendono solo parzialmente percepibile la consistenza, sia presso i cittadini (soprattutto i più giovani), sia presso le stesse imprese".

La lentezza con la quale i valori perduti con la crisi vengono recuperati si conferma decisiva: sono ancora 330mila gli occupati in meno rispetto al 2007, mentre il rischio di povertà è talmente elevato (soprattutto tra i giovani: il 46,8% dei giovani tra i 20 e 29 anni è considerato a rischio) che tornano a crescere anche le persone che rinunciano alle cure (13,2%, ben più della media nazionale), e si ferma la crescita dei giovani che decidono di proseguire gli studi. Una robusta accelerazione dei processi di crescita, già a partire dai primi mesi del 2017, è dunque urgente e decisiva, e deve avere al centro l'impresa meridionale. Il 2017, sottolineano Confindustria e Srm, è infatti un anno chiave, per far attecchire anche al Sud la rivoluzione di Industria 4.0; per far decollare la nuova programmazione 2014-20 dei fondi strutturali, l'attuazione dei Piani attuativi del Masterplan e i connessi investimenti pubblici e privati; per riaprire verso l'economia meridionale i rubinetti del credito e della finanza; per irrobustire gli strumenti esistenti, a partire dal credito d'imposta per gli investimenti; per dare al Sud e dunque all'intero Paese una politica economica unica, che veda governo, regioni e tutti gli attori istituzionali, economici e sociali adottare la competitività delle imprese meridionali come propria stella polare.

Solo una politica cosi' concepita e' in grado di far tornare la fiducia tra le imprese e i cittadini meridionali, soprattutto quelli piu' giovani, che piu' di tutti attendono tale cambio di passo. Soprattutto al Sud, la crescita e', infatti, la precondizione per combattere disuguaglianze e poverta'.

Alla farmaceutica il check up di dicembre dedica uno specifico approfondimento: un settore che, sebbene di dimensioni ancora ridotte al Sud, ha mostrato negli anni della crisi risultati molto positivi per crescita del valore aggiunto (+30 punti percentuali tra 2008 e 2014) e delle esportazioni (+70% tra 2007 e 2015) con Bari e Napoli che, nella classifica delle province esportatrici di tali prodotti, si posizionano rispettivamente alla quinta e alla settima posizione nel 2015: dati che ne fanno uno dei settori piu' interessanti del nuovo manifatturiero meridionale.

Tornano a crescere, ma ancora con estrema lentezza, anche gli investimenti in linea con quelli del resto del Paese (+0,8%): soprattutto, cio' avviene nell'anno (2015) in cui piu' basso e' stato il volume di agevolazioni concesse (860 milioni di euro) e di agevolazioni erogate al Sud (meno di 1,3 miliardi di euro). Continua, ma anch'esso a passo lento, il miglioramento dell'occupazione. Rispetto al III trimestre dell'anno precedente, poco meno di meta' dei nuovi posti di lavoro creati si riferisce al Mezzogiorno (111 mila): viene cosi' superata la soglia "psicologica" dei 6 milioni di occupati, ma il tasso di occupazione al Sud resta pari al 44%, con un ritmo ancora largamente insufficiente a recuperare gli effetti della crisi. L'utilizzo degli strumenti di sostegno al reddito si e' stabilizzato ai livelli pre-crisi, ma resta ancora elevata la disoccupazione (18,6%), soprattutto quella femminile (20,7%), e ancor di piu' quella giovanile (47,4%). Preoccupa soprattutto la frenata registrata nei mesi piu' recenti: nel III trimestre l'occupazione meridionale torna, infatti, a calare dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.

Bene, sottolineano Confindustria e Srm, dunque la riproposizione di una misura di sgravio per le assunzioni a tempo indeterminato nel 2017, per rafforzare queste tendenze e migliorare il clima di fiducia, che segna anch'esso un lieve rallentamento rispetto ad un anno fa. Migliora, ma non per tutti, l'accesso al credito, con significative difformita' a seconda dei territori e delle tipologie di imprese: salgono, infatti, gli impieghi (+0,7%), soprattutto verso le famiglie, mentre variano in maniera non uniforme per territorio gli impieghi verso le imprese, anche per effetto dell'andamento delle sofferenze, che hanno superato i 40 miliardi di euro. Proseguono i segnali positivi nel settore turistico, con un'ulteriore crescita dei turisti stranieri e della loro spesa (250 milioni in piu'), cosi' come della fruizione di spettacoli e beni culturali.

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