Dipendenze energetiche, le riflessioni dell'ingegnere lametino Cimino su soluzioni e correttivi da attuare sui territori

giov-cimino_d8171.jpgLamezia Terme – L’intervento dell’ingegnere Giovanni Cimino sulla crisi energetica che si sta vivendo, sia attraverso gli aumenti incontrollati ed incontrollabili dei prezzi e sia sugli approvvigionamenti che da un momento all'altro potrebbero essere interrotti.

“Oggi con la guerra in Ucraina – afferma Cimino - si è posto in modo traumatico il problema della dipendenza energetica da altri paesi e in modo particolare dalla Russia. È un problema che esiste da anni e mai i Governi, che negli anni si sono susseguiti, hanno voluto affrontare per dare una soluzione, anzi sembra che volutamente abbiano ignorato. Sicuramente per consentire gli interessi di particolari lobby. Verso la fine degli anni ’70 uno studio pubblicato su “L’Ingegnere Italiano” dimostrava, dopo aver esaminato il fabbisogno nazionale complessivo, come l’Italia, utilizzando tutte le fonti energetiche presenti sul territorio, si sarebbe potuta rendere autosufficiente, senza importare petrolio e carbone, ritenendo quest’ultimo altamente inquinante e le ceneri della combustione fortemente radioattive. Anche dopo il referendum che ha bandito le centrali nucleari, i Governi hanno continuato a “dormire”, senza porsi il problema di trovare una soluzione alternativa. Oggi si ripropone il ricorso al nucleare: si è alla quarta generazione se non alla quinta negli impianti! Si, si può essere alla quinta generazione per sicurezza degli impianti, ma il problema delle radiazioni e delle scorie rimane e rimarrà fino a quando (finora è stato impossibile) la reazione nucleare avverrà per scissione e non per fusione, la cui temperatura non è stata ancora raggiunta, nonostante gli enormi sforzi dei ricercatori. Per un attimo, ammesso il ricorso al nucleare, le scorie dove verrebbero smaltite? Nel mare Tirreno o nello Ionio con le navi “fantasmi”?  I vari Governi non sono riusciti a trovare e a far accettare dalla popolazione residente un sito sicuro su tutto il territorio nazionale da nord a sud!”.

Secondo l’ingegnere lametino: “l’attuale Governo dovrebbe darsi “una mossa” subito, “guardarsi attorno” e chiedere ai “tecnici seri e disinteressati” di programmare senza un minimo di ritardo l’utilizzo delle nostre risorse energetiche”. Sul punto, riflette poi sui vari settori a partire dall’energia idraulica: “unica a flusso continuo tra le rinnovabili, che per la idonea orografia di tutto il territorio nazionale può trovare applicazione in ogni angolo, lungo i corsi di fiumi e torrenti con l’ installazione di mini e grandi turbine idroelettriche a piccoli salti e a portata variabile, all’interno delle reti idriche ed in ogni condotta forzata, senza trascurare di rimettere in funzione tutte le centrali idroelettriche piccole e grandi abbandonate (in Calabria si pensi alla “misera fine” della diga sul Melito, dopo che sono state spese decine se non centinaia di miliardi delle vecchie lire a rimborso delle “Riserve” a suo tempo formulate dalla Ditta appaltatrice dei Lavori)”.

Energia geotermica: “costruire altre “Larderello” nel territorio da Larderello a Viterbo con un sottosuolo ricco di energia geotermica.  Ma in ogni angolo nel nostro territorio è possibile ricorrere alla geotermia per uso domestico e per piccoli e medi condomini e complessi edilizi, centri commerciali e strutture edilizie pubbliche”.  

Il fotovoltaico: “in tutta Italia si potrebbero realizzare delle centrali e in modo particolare nell’Italia Centrale, Meridionale ed Insulare, ove il rendimento dei pannelli è elevato”.

L’eolico: “altra fonte rinnovabile a costo zero, che nei “corridoi del vento” trova il luogo ideale per impianti seri e non fasulli, pur nel rispetto di parchi nazionali e paesaggi di grande interesse, ove si potrebbero installare le mini turbine elicoidali ad impatto zero”. 

Infine, in Italia, conclude Cimino: “e in tutte le nazioni ‘civili ed industrializzate’ esiste uno spreco enorme di energia elettrica, utilizzata senza far minimamente ricorso alle soluzioni tecnologiche (variatori di flusso, sensori termici, lampade a led), che porta a consumi sempre maggiori e a richieste sempre elevate di energia, ma anche ad innalzamento della temperatura terrestre e ad “inquinamento” luminoso. Spreco che si trova nella pubblica illuminazione, sempre più diffusa sul territorio, e nell’allestimento di vetrine per negozi piccoli e grandi senza “alcun risparmio di luci” installate, per attrarre clienti. Alla grande Industria si potrebbe riservare il “nostro gas” (previo verifica delle quantità necessarie, aumentando l’estrazione dagli impianti esistenti e realizzando nuove piattaforme) e sostituire quello domestico con energia elettrica da fonte rinnovabile”.  

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