Lamezia: forum regionale dell’economia, “legalità come sinonimo di responsabilità”

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Lamezia Terme - “Illegalità economica e sicurezza sul mercato in Calabria” è questo il tema del Forum Regionale dell’Economia 2016 che si è tenuto presso la Sala Conferenze Unioncamere Calabria. Il tavolo dei lavori ha visto come moderatrice Angela Iantosca, giornalista e scrittrice, che ha aperto il collegamento Skype da San Francisco con Antonio Nicaso, docente universitario esperto di mafie, che ha affrontato l’argomento centrale della discussione: “come la ‘ndrangheta  entra nell’economia legale e come opera di regola a livello nazionale e internazionale.” Nicasio ribadisce che la ‘ndrangheta non garantisce né occupazione né benessere e rappresenta una zavorra e un ostacolo per lo sviluppo. “La ‘ndrangheta storicamente non ha mai investito in Calabria - ha affermato - e ha sempre portato i soldi fuori dalla Calabria, ha rastrellato prima con i sequestri di persona, poi con il traffico di cocaina a livello internazionale. La ‘ndrangheta non va pensata come il prodotto di una particolare cultura, ma come un modello esportabile, caratterizzato dalla disponibilità di quello che i sociologi chiamano capitale sociale. Sono quindi le relazioni personali a consentire alle organizzazioni mafiose di estendersi in tutti gli strati della società e di trattare alla pari con politica ed economia”.

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Il Segretario Generale Union Camere Calabria Maurizio Ferrara ha ringraziato tutti coloro che sono intervenuti al Forum, auspicando che il contenuto dei lavori della giornata possa dare riscontri positivi. Paolo Abramo, Unioncamere Calabria, apre il suo intervento invitando ad una riflessione: “secondo le ricerche effettuate, gli imprenditori calabresi non hanno la percezione del fenomeno criminale.” Abramo dibatte a questo dato emerso affermando che “le mafie, perché sono diverse, hanno modificato il loro assetto operativo, il loro modo di incontrarsi, la verità è che le mafie incidono sostanzialmente in modo negativo sul territorio  locale di questo paese e a livello internazionale. Gli imprenditori sono strozzati da questa piaga che non incide più solo con la ricerca della mazzetta ma con altre attività come con la concorrenza sleale”.

Accorato e forte l’intervento di Antonio Viscomi, vice presidente Regione Calabria, che invita a parlare con chiarezza e si ricollega ad alcuni punti del discorso fatto dal Professor Antonio Nicaso secondo cui la mafia non ricopre ormai il suo ruolo antico di “coppola e lupara” ma esercita oggi "un potere di corruzione, e la corruzione è qualcosa di molto più difficoltoso da estirpare di una lupara" afferma il Vice Presidente. Viscomi aggiunge che il primo problema da affrontare è “passare dal conoscere al riconoscere le dinamiche mafiose; la mafia opera ormai con la corruzione per questo si infiltra nella burocrazia, nei centri professionali, nei centri altamente specializzati”. Per Viscomi “la forza per combattere la mafia è il capitale sociale, solo così rafforzandosi reciprocamente si può creare una rete per combattere l’illegalità. Non ci sono settori a rischio e settori immuni, in ogni settore c’è il rischio di infiltrazione mafiosa”. 

Carmela Barbalace, Assessore allo Sviluppo economico e promozione delle attività produttive Regione Calabria iniziando il suo intervento al tavolo dei lavori dicendo: “Oggi questa sala sarebbe stata molto più piena se anziché scrivere illegalità economica e sicurezza sul mercato in Calabria tra queste parole ci avessimo messo la parola antimafia, perché è diventato una sorta di club l’appartenenza all’antimafia, un vessillo che tutti quanti vogliamo sventolare, perché è una sorta di emblema, si predica l’antimafia, apparteniamo ad una società contro la mafia però effettivamente non siamo presenti quando si parla di illegalità”. A chiudere i saluti istituzionali Arturo Bova, Presidente della Commissione speciale contro la ‘ndrangheta, molto crudo il suo intervento secondo cui ancora non si sta contrastando la ‘ndrangheta in maniera efficace. Anche Bova come Viscomi parla di legalità come responsabilità. Presenti in sala Mimma Cacciatore, preside della scuola di San Luca; Don Pannizza e la fondazione Trame.

A.B. 

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