Rapporto sul Mezzogiorno 2018: le piccole e medie imprese calabresi tornano a crescere, +1,6%

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Cosenza - "Le PMI meridionali tornano ad investire, e potrebbero farlo in maniera più consistente grazie ad una crescente solidità finanziaria e patrimoniale. Il tessuto produttivo ha conti economici in ripresa e torna a popolarsi, ma è costituito soprattutto da imprese di piccolissime dimensioni, che però faticano a crescere. Due saranno le sfide decisive: attivare il potenziale degli investimenti e favorire il salto dimensionale delle micro imprese".

È quanto emerge dalla quarta edizione del Rapporto PMI Mezzogiorno, a cura di Confindustria e Cerved, con la collaborazione di SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, presentato da Confindustria nella sede di Cosenza, che fa il punto sulle caratteristiche e sull'andamento di un significativo campione di imprese - le PMI di capitali tra 10 e 250 addetti - rappresentativo del tessuto imprenditoriale meridionale. Nel suo complesso - si legge nel rapporto - il sistema di PMI meridionali è tornato a crescere, a ritmi anche superiori a quelli nazionali (nel 2016 +4,1%). Il numero di PMI uscite dal mercato è tornato su livelli fisiologici, con netti cali dei fallimenti (-25% tra 2016 e 2017), di procedure concorsuali (-18%) e di chiusure volontarie. Nel 2016 in Calabria operavano 1.600 PMI di capitali, dato in leggero aumento rispetto all'anno precedente (+1,6%) ma ancora lontano dai livelli del 2009.

Rispetto al 2009, anno in cui la crisi si è estesa anche alle imprese del Sud per la Calabria mancano all'appello 359 PMI (-18,3%). Ciò vuol dire che dall'inizio della crisi la Calabria ha perso quasi 2 PMI su 10. Per quanto concerne la composizione settoriale, le PMI che operano nell'industria sono sensibilmente inferiori alla media meridionale (13% contro il 19,5% del Sud nel suo complesso), mentre il comparto agricoltura (3,9%), invece, è relativamente più esteso in Calabria che nel resto del Meridione e, infine, una percentuale ancora più alta di PMI opera nei servizi (60,5%).

Un indicatore per misurare la competitività delle imprese è il costo del lavoro per unità di prodotto: nel 2016 il CLUP delle PMI della Calabria è risultato leggermente più alto che nel resto del Mezzogiorno (69,2% contro 69,1%) ma, cosa forse ancora più rilevante, rispetto al biennio precedente ha subito un incremento significativo (+0,9 punti) inferiore, tra le regioni del Sud, solo a quello dell'Abruzzo (+1,1 punti).

Anche per le PMI calabresi nel 2016 prosegue la crescita del MOL (+0,4%), anche se sensibilmente inferiore al resto del Sud (+1,6%). I valori fatti registrare dalle PMI industriali calabresi (+0,3%), invece, sono sostanzialmente in linea con il totale delle PMI. Un dato rilevante per le PMI calabresi riguarda l'andamento dei debiti finanziari, che tra il 2015 e il 2016 sono cresciuti del 6,4%, più di ogni altra regione meridionale (il Sud in media si attesta su un +1,7%). La marcata ripresa dell'indebitamento è probabilmente conseguenza di un'attenuazione del credit crunch. "C'è una ripresa dei conti economici delle piccole e medie imprese meridionali, una ripresa, però - ha sostenuto Guido Romano, responsabile studi economici Cerved - ancora lenta.

Il dato incoraggiante è riferito alla crescita degli investimenti che rileviamo nel Mezzogiorno e soprattutto in Calabria. Abbiamo individuato in Calabria circa trecento imprese che potrebbero aumentare i propri debiti finanziari fino a 400 milioni, un potenziale importante che bisogna rendere concreto, magari utilizzando gli incentivi di industria 4.0. Per coglierli è necessario avere il credito e promuovere in maniera trasparente al mercato".

Tra 2015 e 2016 - è scritto nell'analisi - gli investimenti materiali lordi delle PMI meridionali aumentano dal 5,9% delle immobilizzazioni materiali all'8,5%, superando la media nazionale (7,8%). Nel 2016 gli investimenti materiali lordi effettuati dalle PMI calabresi sono stati pari al 7,3% delle immobilizzazioni, in forte aumento rispetto al +4,3% dell'anno precedente. Tra le imprese osservate, quelle industriali sembrano aver pagato i costi maggiori della crisi ma mostrano ora i maggiori segnali di vitalità.

I risultati delle PMI dell'industria rimaste sul mercato - è scritto ancora nel rapporto Confindustria e Cerved - sono incoraggianti: il loro fatturato cresce al Sud del 4,8% (2016), quasi il doppio del complesso delle PMI dell'area e più della media nazionale (3,1%). I margini lordi delle PMI industriali aumentano del 3,2%, il doppio del complesso delle PMI, ma meno di quelle italiane (+4,6%). Anche le imprese industriali scontano, dunque, il peso di diseconomie esterne che ne limita le performance.Un peso che continuerà a farsi sentire, anche in una congiuntura che si conferma positiva. 

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