"Lacerazioni", inaugurazione mostra personale dell'artista Francesco Maria Caberlon il 13 luglio a Conflenti

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Conflenti - Il Progetto Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni, a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo, continua con Lacerazioni, mostra personale dell’artista italiano Francesco Maria Caberlon, con cui Pramantha Arte presenta un saggio della sua recente produzione. La mostra avrà luogo presso la sede espositiva della galleria Pramantha Arte a Conflenti che inaugurerà sabato 13 luglio e sarà aperta al pubblico fino al prossimo 21 luglio 2019, tutti i giorni dalle 18 alle 21.

"Da sempre votato all'esplorazione sperimentale dei linguaggi mediatici - si legge nella nota dei curatori -, Francesco Maria Caberlon ha sviluppato negli anni una ricerca pittorica in cui analizza l'influenza e la sedimentazione della pubblicità e delle arti applicate nell’immaginario e nella vita dell'individuo contemporaneo, recuperando una figurazione neo-pop legata alla decorazione e al design postmoderno, e manifestando uno spirito dada. Con 21 lavori su carta, Lacerazioni si presenta come la decostruzione visuale del turbine comunicativo a cui ogni soggetto è sottoposto nella società mediatica. Il supporto leggero della carta si fa scenario di drammatiche, poetiche e satiriche trame psicologiche, in cui al centro si trova l’individuo nelle sue elementari componenti percettive e riflessive, dove convergono sensazione, memoria, istinto, ragione, cultura, in una parola, quell’immaginario che costituisce l’identità di ciascuno. Pittura, disegno, collage, segni decifrabili e indecifrabili, parole compiute e incompiute, gesti decisi e indecisi si mescolano in una costruzione dinamica che nell’oggettualità dell’opera si configura quasi come una orgiastica fenomenologia della soggettività". 

"Lacerazioni - dichiara l’artista - è una sorta di strappo interiore dove certe memorie storiche (intendendo il termine non nel senso di storicistico, ma proprio nel senso più ampio di memoria, di ricordi), affiorano proprio quando sei davanti alla tela, nel pieno processo creativo. Ricordi che sono frammenti o episodi legati alla mia formazione personale e artistica, quindi legati alla cultura, alla letteratura, alla filosofia, all’arte, ma anche a una cultura più spicciola come la pubblicità, un certo tipo di musica, alcuni jingle, immagini televisive, momenti dell’infanzia. E allora strutturare l’opera diventa un evocare e mescolare volutamente tutti questi aspetti insieme, in una sorta di commistione tra sacro e profano, tra immagini, per così dire, alte, e immagini irrilevanti sotto il profilo artistico che a volte sconfinano nella categoria del Kitsch, me che per la mia operazione artistica diventano linfa e nutrimento essenziale". "Lacerazioni in Catàgeios - sottolineano i curatori - diventa una testimonianza di vigilanza critica e di anarchismo intellettuale; una pratica di rottura semantica e comportamentale rispetto a un sistema “culturale” contemporaneo che si serve del linguaggio mediatico per occupare l’immaginario di ciascuno e ridurre la complessità del reale. Lacerazioni in Catàgeios è l’antidoto estetico-politico dell’omologazione".

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