I bronzi tirano ancora ma i siti archeologici soffrono

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgIl museo della Magna Graecia di Reggio Calabria si conferma come una delle mete più ambite di tutto il Mezzogiorno. Record di visite (con 195.998 presenze nell'ultimo anno) in crescendo, solo dalla riapertura dell'ala che ospita i Bronzi di Riaci. Ci si chiede ora dove si potrà arrivare quando il museo sarà finito con gli allestimenti completi, ossia a fine giugno, come affermato dall'ex soprintendente ai beni archeologici della Calabria Simonetta Bonomi, attuale direttrice scientifica per il completamento delle opere.

I dati sull’afflusso per vedere i due Bronzi sono stati resi noti dopo Pasqua, in un momento non felice per tanti motivi per il turismo italiano e calabrese, per tanti motivi (basi solo pensare alla perdurante crisi economica e al gravissimo problema della chiusura della A3 dalle parti di Castrovillari-Mormanno) ed hanno, però, fatto tornare alla mente le polemiche che hanno tenuto banco la scorsa estate, quando Vittorio Sgarbi aveva lanciato una vera e propria campagna diffamatoria contro la Calabria ed il museo di Reggio, responsabili di non aver accettato il trasferimento dei Bronzi di Riace all'Expo di Milano. "Una scelta – nota ora la giornalista Gabriella Lax - quella di non lasciar andare i due guerrieri a Milano che, a ragione veduta, potrebbe rivelarsi l'asso nella manica per l'economia povera della città di Reggio e, di riflesso, per tutta la Calabria".

I dati sul Museo non possono, però, fare passare in secondo piano la grande trascuratezza in cui vivono i siti archeologici di tutta la Calabria, oggetto nelle settimane passate di una coraggiosa rivisitazione da parte del quotidiano ‘Il Garantista’. Pensiamo a Locri, a Monasterace, a Cirò, a Crotone (finito sulla prima pagina del Corriere della Sera), per non ritornare a parlare di Sibari. In tutti questi casi c’è infatti  bisogno di interventi mirati, di maggiore attenzione, di una messa in sicurezza vera (pensiamo ad esempio al sito di Kaulon), di una valorizzazione che non c’è affatto (Locri vale come esempio per tutti). La Calabria, insomma, ha un tesoro nelle mani e quello che è avvenuto con i due Bronzi al Museo di Reggio vale come un segno per tutti: si può fare e si può ottenere un risultato eccellente, al di là dei vari Sgarbi, ma facendo qualcosa di concreto.

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