I treni che non ci sono, Calabria abbandonata

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgSicilia e Calabria in abbandono, il Sud sprofonda: tutto il resto è chiacchiera, scrive su Zoomsud il prof. Francesco Russo, esperto in trasporti, docente all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Da condividere totalmente. Stampa e web in queste ore, danno conto della disfatta. I treni stanno lasciando a piedi 5 milioni di cittadini italiani. Le ferrovie sono di proprietà del Ministro dell’Economia, con cui  bisogna parlare. In questi giorni è in discussione in Parlamento il contratto di servizio con le Ferrovie. Sicilia e Calabria non hanno ricevuto nemmeno un euro dei soldi per l’Alta Velocità, si parla di 100 miliardi di euro, pur senza un euro, possono avere un treno veloce. Treno serio a costo zero per lo Stato Italiano, perché zero soldi spesi per infrastrutture. Il web, in questi giorni ha spiegato il da farsi: comitato pendolari siciliani, Orsa, Cgil, Uil, Ferrovie in Calabria, e tantissimi altri siti, giornali e web.

“È necessario – dice ancora il prof. Russo - un impegno diretto della Regione Calabria. I Parlamentari calabresi impegnati nell’approvazione del contratto con le ferrovie devono fare sentire alta e forte la loro voce, e se necessario un NO secco. Le quattro città metropolitane sono chiamate alla loro prima verifica”. Dopo i passi falsi emersi dal Comunicato del Ministero che sottolineava improprie “condivisioni” in Sicilia e Calabria, c’è bisogno di unità, conoscenza e competenza. È decisivo un incontro tra Presidenti delle due Regioni, Sindaci metropolitani, Parlamentari siciliani e calabresi delle Commissioni Trasporti, e il Ministro dell’Economia. Non solo bisogna mantenere gli intercity esistenti, bisogna mettere i treni qui descritti. Associazioni, sindacati, comitati seguono con attenzione. I cittadini dello Sprofondo Sud esigono risposte, conclude il suo appassionato appello il prof. Russo. Ma quanti lo seguiranno? Senza trasporti decenti non c’è sviluppo e nemmeno civiltà. I calabresi si diano una bella svegliata.

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